venerdì 16 novembre 2007

portolano personale della croazia: sebenico il fiume krka


SEBENICO – IL FIUME KRKA

Viene il momento, nelle lunghe crociere estive, quando il sole picchia,

senza requie, dall'alba al tramonto, nel cielo terso senza nuvole, senza la

minima bava di vento, che qualcuno dell'equipaggio prospetti quanto sarebbe

bello essere in montagna, in una valle delle dolomiti, tra boschi e sorgenti

a godere della frescura di una cascata di acqua dolce ghiacciata tra i pini.

Ebbene, se vi trovate in Dalmazia, dalle parti di Sebenico, potete

soddisfare questo desiderio senza scendere dalla barca, in uno dei posti più

affascinanti e inconsueti in una navigazione a vela.

Il nostro itinerario inizia all'imboccatura del canale SVETOG

ANTE-43°43'27''N-15°50'99''E- uno stretto braccio di mare,( segnalato al suo

imbocco da un faro sulla Sx e da un forte veneziano a Dx,( simile al forte

di Sant'Andrea nella laguna di Venezia) largo non più di un centinaio di

metri, che, dopo circa 1,5 nm. sbocca in una specie di lago salato dove si

affaccia la città di Sebenico.

SEBENICO-SIBENIK-43°44'00''N-15°53'43''E-Antica città fortificata Veneziana,

abbarbicata su un colle, spicca per il bianco dei suoi monumenti marmorei

che meritano senz'altro una visita approfondita. Si può ormeggiare lungo la

banchina che costeggia il lungo mare in numerosi punti e fare rifornimento

di gasolio al distributore. Vi si trova anche un bel mercato all'aperto, ai

margini del centro storico, dove rifornirsi di pesce e verdura fresca.

Lasciata Sebenico, si prosegue verso NW, in una specie di lago costellato,

sulle sponde, di allevamenti familiari di cozze e ostriche dove ci si può

facilmente rifornire di crostacei per la cambusa, per 2,5 nm. fino a passare

sotto il grande ponte della strada statale costiera (ha una luce di almeno

25 m. e non costituisce ostacolo alla navigazione) per poi raggiungere, dopo

altre 0,7 nm un bivio, continuando a Sx si raggiunge il paese di Zaton; dopo

circa 0,5 nm.mentre verso Dx si risale il fiume Krka.

ZATON-43°47'12''N-15°49'43''E-Posto in fondo a una stretta insenatura del

fiume Krka, il paese è scarsamente turisticizzato, lontano dalla strada

principale e ignorato dalle maggior parte dei turisti nautici che proseguono

la risalita del fiume. Vi è, sulla Dx, una banchina dove ormeggiare, facendo

attenzione al fondale, che non supera i 2,5 m.Lungo la baia c'è una bella

passeggiata su una stradina nel verde che costeggia la baia, ideale per

sgranchire le gambe dopo molte ore di navigazione. In fondo alla baia, sul

molo, c'è il ristorante "Porat" dove si può fare una sosta per una cena a

base di crostacei e grigliate di scarpene e San Pieri.

Proseguendo invece la risalita del fiume dal bivio verso N, si imbocca uno

stretto fiordo, quasi un orrido fra due pareti di roccia scavate nel calcare

dal fiume e, dopo circa 1,2 nm., si entra nel Prokljansko jezero, un lago

profondo dai 5 ai 20 m., lungo circa 3 nm. X 1,5 nm., ben esposto al

Maestrale e allo Scirocco, che sarebbe un campo ideale per regate di derive.

Nel traversare il lago bisogna dirigere al promontorio posto a

43°48'45''N-15°52'96''E e non lasciarsi ingannare dalla insenatura che porta

al paese di Vrulje, affacciato sul lago, dove ci sono fondali molto bassi.

Qui il fiume si restrige e assume un aspetto quasi montano, con le sponde

erbose, canneti e boschi di pini, fino a raggiungere, dopo 2 nm. il paese di

Scardona-Skradin.

SCARDONA-SKRADIN-43°49'01''N-15°55'47''E-Quando appare, dopo un ultima ansa

del fiume, sembra proprio un paesino di montagna austriaco, con le case di

pietra e il campanile a cipolla, i prati verdi e gli orti con i filari di

patate, le piante di fagioli e gli alberi di mele, pere e prugne. Si

ormeggia al Marina ACI, dotato di pontili galleggianti, o a 2-3 posti liberi

sul molo (ma ti guardano male), il paese è affascinante, raccolto sul

lungofiume, ombreggiato da grandi piante di gelso, dove approdano le

barchette dei pescatori che ti vendono indifferentemente delle seppie o dei

gamberi come una trota o un luccio. Qui, fino a un paio di anni fa, c'era la

cantina di Mate, un vecchio segnato dal tempo che, in un antro tra botti e

cianfrusaglie, vendeva il suo vino, con prosciutto, pane fatto in casa

strofinato con aglio fresco, appena raccolto nell'orto, e nel frattempo ti

raccontava della guerra, dei serbi arroccati sul monte sopra il paese, delle

migliaia di granate cadute e dei tetti delle case completamente distrutti,

del cimitero con le tombe sventrate dalle bombe e dei serbi che abitavano in

paese scacciati, del loro quartiere distrutto, della chiesa ortodossa

bruciata e di quanto fosse bello abitare là prima, quando tutti vivevano in

pace. Ora Mate non c'è più, l'ultima volta che ci sono stato, due anni fà

siamo andati, come sempre, sotto la sua casa e ci siamo messi a urlare per

chiamarlo, per farlo scendere e aprire la cantina. Si è affacciata una

vecchia e ci ha detto "Mate non c'è, è in ospedale, con un cancro!". Dopo

di allora non sono più ritornato a Skradin ma sono sicuro che il posto non è

più lo stesso.Lungo la stradina che, dal molo porta alla chiesa, c'è il

ristorante "Slatne Skolike"dove si possono mangiare degli ottimi crostacei e

delle magnifiche grigliate di pesce.

Il motivo principale per cui la gente viene solitamente a Skradin è per

visitare il Parco Nazionale delle cascate della Krka, posto poco più a monte

lungo il fiume, a circa 3 Km., è raggiungibile con un battello che parte dal

paese o (cosa che consiglio vivamente) a piedi lungo un sentiero che

costeggia la sponda. Per visitare il parco si paga un biglietto d'ingresso e

ci si può addentrare in una miriade di sentieri che si inerpicano nel bosco

fra le decine di cascate e laghetti punteggiati di trote e temoli e salti

d'acqua che costituiscono il complesso. Da non perdere la visita all'antico

mulino ad acqua, funzionante, dove una guida dimostra in che modo veniva

macinato il grano e come venivano lavati i panni in una lavatrice ad acqua.

A monte delle cascate, il fiume forma una specie di lago con canneti e

salici che spuntano dall'acqua in una specie di "Florida nostrana", di dove

partono i battelli che risalgono il fiume, lungo una valle disabitata e

selvaggia ricca di uccelli palustri,per raggiungere il monastero francescano

di Visovac, un oasi di pace in un isoletta in mezzo al fiume, fino alle

cascate di Roski Slap, dove termina il corso navigabile del fiume e dove si

può fare uno spuntino, in un vecchio mulino, con vino, formaggio di capra e

pane e fette di lardo e prosciutto.

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