venerdì 23 novembre 2007

esperienze di cattivo tempo: crociera 2003


La crociera 2003 si svolse tranquillamente su un sunodyssey37 nuovo nuovo, preso in locazione a pola in pieno agosto, equipaggio giovane e molto spensierato, ci divertimmo molto.

Dopo due settimane di vagabondaggio per le isole dalmate ci trovammo l’ultimo giovedì di ferie all’isola di ilovik, pronti per attraversare il quarnaro in direzione nord per raggiungere pola, ove avremmo restituito la barca.

Lasciata la barca ormeggiata ad una boa del canale che divide ilovik da san pedar, posto estremamente riparato, sbarcammo con il tender per un’ultima pantagruelica cena a base di pesce, presso un ristoratore di nostra conoscenza.

La serata era tranquilla soffiava solo un libeccino appena un po piu fresco del solito.

Durante la cena il ristoratore che si chiamava con un nome italianissimo, davide, si informò della nostra gita per le isole piu a sud, e quale era il programma prossimo, rispondemmo che haimè la vacanza era terminata e che l’indomani saremmo tornati a pola; “fiolo non ti gà sentio le previsioni stamane? Mi rispose; effettivamente in quel momento mi venne in mente che avevo completamente dimenticato di ascoltare i bollettini trasmessi per vhf già da due giorni, non male per uno skipper che stava facendo esperienza. Ci ragguardò subito.

Domani c’è lo yugo, e molto forte anche, e meglio che restiate qui per qualche giorno poi si vedrà. Risposi che non era possibile, dovevamo restituire la barca al sabato mattina, gli chiesi di piu sul tempo e che accorgimenti tenere, rispose:” senti comincia gia a montare adesso, il momento peggiore sarà domani verso il primo pomeriggio, se proprio dovete, partite piu presto che potete, le 4 o al massimo le 5, alle prime luci dell’alba sarà piu calmo”.

Lo yugo (non lo avevo mai incontrato fino ad allora) è un vento contrario alla bora, proviene da sud-sud-ovest e risale tutto l’adriatico con un fecht lungo sull’acqua, un vento gagliardo quanto la bora e alza un mare relativamente lungo, al contrario della bora che lo fa ribollire.

Ritornammo in barca con il tender non senza difficoltà, già si ballava un pochino, puntammo la sveglia per le 5 e ci addormentammo.

L’indomani verso le 6 partimmo, stimai il vento sui 10-12 nodi, da sud, a favore quasi in poppa piena, alzammo tutto il genoa e filammo verso le isole srakane e susak a circa 6-7 nodi di velocità.

Doppiata susak in pieno quarnaro, non più ridossati dalle isole il vento aumentò, riducemmo il genoa (la randa era ammainata) a circa la metà. Il mare era di poppa con lunghi cavalloni e uno su due rompevano in una bianca spuma rombante, da quel momento iniziò una esaltante cavalcata con innumerevoli surfate.

Bene facendo quattro calcoli; l’anemometro segnava dai 20 nodi fino a 25 andando in poppa piena facevamo dai 10 ai 15 nodi, calcolando il vento apparente penso con sufficiente precisione che il vento reale andasse dai 30 ai 35 nodi, una cosa era sicura non scendevamo mai sotto i 10 nodi di velocità, niente di drammatico a parte un po di mal di mare che colpì alcuni di noi che trascorsero tutto il tempo sdraiati nelle cuccette.

Fu una esaltante veleggiata arrivammo a pola alle 13,00 un record.

Le considerazioni che ne ho potuto trarre è che con vento e mare del genere in andatura di poppa, istintivamente più la barca era veloce più mi sentivo sicuro, rollava forte ma rimaneva su un binario, stabile, e estremamente controllabile al timone, anche se mi intimoriva un po’ la vibrazione della chiglia che faceva tremare il pavimento del pozzetto in alcuni momenti; le onde anche se impressionavano un pò e frangendo ogni tanto ci raggiungevano a poppa, andavano non molto più veloci della barca, infatti la barca rimaneva per lunghi secondi sulla sommità, surfando con l’onda e in quel momento raggiungeva il massimo della velocità. Certo che se avessimo dovuto risalire quel vento e mare non sarebbe stato possibile. All’altezza del faro di porer avvistammo un grosso caicco (circa 30 metri) che a secco di vele e a motore ci tentava, dopo un’oretta ci rinunciò e torno verso pola.

B’he non fu certo una esperienza straordinaria, però fece soffrire parte dell’equipaggio, al massimo ci sarebbe scappata qualche contusione scivolando in una rollata.

Come evitarlo? Ho letto da qualche parte che statisticamente le barche che più si mettono nei guai è per un fattore tempo. Niente di più vero!! Il dover consegnare la barca oppure essere in un determinato posto a una certa data contribuisce enormemente. È bene tenere sempre un giorno di riserva nel programma di una crociera

lunedì 19 novembre 2007

esperienze di cattivo tempo: prologo


questa raccolta di esperienze ha l'obbiettivo di favorire la conoscenza del mare da parte di chi naviga, o di chi è semplicemente interessato all'argomento; conoscenza di un aspetto che forse ci inquieta di più; il cattivo tempo.
chiunque puo contribuire mandandomi una e.mail (il mio ind. è raggiungibile dal mio profilo) con un racconto particolareggiato.
il racconto si deve dividere in tre fasi distinte:
1 racconto dell'evento.
2 azioni intraprese
3 danni e considerazioni su come evitarlo

ringrazio chi volesse contribuire sa mai viene fuori qualcosa di interessante.

sabato 17 novembre 2007

portolano personale della croazia: vis - lissa


VIS – LISSA

"DEGHE DENTRO FIOI !"
Queste furono, pare, le parole con le quali l'Ammiraglio Teghetoff , dal
cognome esotico ma triestino di nascita e di cultura, comandante della
flotta Austriaca durante la III°guerra d'indipendenza, incitò i suoi
uomini, quasi tutti triestini, veneti e dalmati, nella battaglia che li
oppose alla neonata Marina Italiana comandata dall'Ammiraglio Persano. Lo
scontro, che come ricorderete fu vinto dagli Austriaci i quali, pur
disponendo di navi antiquate, ancora di legno, in confronto alle moderne
navi in ferro Italiane riuscirono a metterli in fuga, (per questa ragione
l'Ammiraglio Persano fu sottoposto alla corte marziale e espulso dalla Marina

con disonore) avvenne nelle acque dell'isola di Lissa e ricordo che allorquando,

studente liceale alquanto svogliato ma già appassionato di vela, affrontai

l'argomento e guardai sull'atlante dove si trovasse, rimasi subito affascinato da

questa piccola isola così remota, quasi messa in disparte dalle consorelle.
Lontana rimase anche più avanti, quando cominciai ad esplorare in barca quei
luoghi meravigliosi, compariva provenendo da N, nella giornate terse di
Bora, dopo aver superato l'isola di Zirje, un parallelepipedo di calcare, un
miraggio azzurrino in mezzo al mare, remota a sud, irraggiungibile in quanto
base militare della Marina Jugoslava e dunque interdetta alla navigazione.
Ricordo un incontro, in quegli anni, con lo skipper di una barca che si era
ormeggiata accanto alla mia nel porto di Starigrad, nell'isola di Kwar,
Lesina. Proveniva dall'Italia ed era incappato, durante la traversata, in
una burrasca che aveva prodotto dei danni alla barca per cui era riparato
nel porto di Vis. Raccontò di essere stato subito intercettato da una
motovedetta, condotto ad ancorarsi in mezzo alla rada, e qui tenuto per
alcuni giorni agli arresti "domiciliari" in attesa del processo nel quale fu
condannato a pagare un'ammenda e severamente ammonito a non riprovarci. In
seguito, con l'avvento della Croazia, anche quest'isola venne aperta al
turismo e io non attesi molto a farci una visita. Avvicinandosi da N, magari
sotto un gagliardo Maestrale, l'isola appare proprio come un grosso baluardo, un
"San Pietrino" sul mare, con coste alte, prive di approdi e dirupi a picco su
un mare profondo oltre 50 m. a pochi metri della costa. La prima baia che si
incontra è quella di Rogacica -43°04'62''N-16°11'02''E- Vi si entra
prestando attenzione agli scogli Krava e Volici, a un centinaio di m. dalla
costa. E' un buon approdo quando non soffia vento da E., con un fondale di
fango,alghe e conchiglie che risale abbastanza rapidamente dai 20 m. del
centro della baia e vi è una di quelle gallerie bunker per sommergibili,
abbandonata e visitabile. Proseguendo verso E, superata l'isoletta di Host
dove c'è un fanale, si entra nella grande baia di Vis.
- VIS - 43°03'N-16°11'E- IL paese è molto antico, vi sono resti di una
colonia della Magna Grecia, ruderi romani ai quali si affiancano i segni
della dominazione veneziana, il forte edificato da Napoleone Bonaparte e
successivamente utilizzato dagli Inglesi che si installarono sull'isola dopo
Waterloo, lasciando una forte impronta all'abitato ( sembra di percorrere le
stradine di Malta o Gibilterra). Entrati nella grande baia, in fondo sulla
Dx, si scorge il promontorio di Prirovo sul quale sorge la chiesa di un
antico convento francescano. Oltre il promontorio c'è una baietta col distributore
di carburante e il molo dei battelli di linea, contornato da un rigoglioso palmeto

quasi africano.
Proseguendo verso E c'è una banchina, fornita di corpi morti, acqua e corrente,

alla quale si può ormeggiare a pagamento.
L'ormeggio non è molto protetto, sopratutto dallo Scirocco, pertanto è
preferibile prendere sempre 2 corpi morti e, in caso di maltempo, spostarsi
all'ancora nella baia a ridosso del promontorio Prirovo. Nella via lungomare
si trova l'ufficio postale, la banca, negozi di alimentari e una pescheria
solitamente poca fornita (si trovano solo pesci di pezzatura e varietà
scadenti). La passeggiata prosegue lungo il mare per un paio di Km. fino a
raggiungere l'abitato di Kut, dall'impronta marcatamente veneziana con una
banchina dotata anch'essa di corpi morti utilizzati, per la quasi totalità,
dalle barche dei pescatori locali. Ci sono numerosi ristoranti in alcuni dei
quali si mangia bene anche se manca quell'atmosfera selvaggia dei localini
dei pescatori delle isole minori. Io solitamente vado al ristorante "A.S.",
situato in una stradina nei pressi della banchina d'ormeggio. Vi si possono
mangiare, con prezzi nella media, delle ottime grigliate di pesce,
sopratutto scorfani che qui aprono a metà, lungo la pancia, e cucinano
direttamente sulla brace, aromatizzandoli con erbe dell'isola. Se si è
fortunati, e il padrone è in vena, in attesa che si cucini il pesce, ti
porta dei pesciolini fritti (marsioni li chiamiamo a Venezia) che, pur
essendo un piatto povero, per me sono una squisitezza.Nel paesino di Kut
si trova il ristorante "Lambik", all'interno di un porticato di una vecchia
caserma franco-inglese, dove, oltre al pesce, si possono trovare degli
ottimi crostacei, scampi, aragoste, alla griglia o alla buzara.
Proseguendo lungo la costa verso E si incontrano 2 baiette adatte ad un
ancoraggio diurno per un bagno e, al vertice NE dell'isola, dominata dal
faro che si erge sul promontorio, la baia Stoncica, profonda e ben riparata,
adatta a un ormeggio notturno. In fondo alla baia, raggiungibile col
canotto, c'è un piccolo ristorante al quale però non mi sono mai fermato.
Nel costeggiare la costa orientale dell'isola, imbocchiamo uno stretto
canale fra la costa e una serie di isolotti, Greben, Budocova e Ravnic,
perfettamente navigabile, di giorno, prestando attenzione ad alcuni scogli
affioranti, e ricco di luoghi adatti a una sosta, a un bagno, a una immersione.

Nei pressi si trova la baia di RUDA-43°01’20’’N-16°12’20’’E-

con “acqua caraibica”,fondale buon tenitore, 2 trattorie un piccolo negozio e

un molo dove, due volte al giorno, alle 11,00 e alle 16,00 arrivano le barche

dei pescatori dai quali acquistare pesce freschissimo. La costa meridionale si

estende in maniera rettilinea e uniforme fino a imboccare, superato il

promontorio di Stupisce, il grande golfo di Komiza.
- KOMIZA - 43°02'63''N-16°05’15’’E- Il porto, ben riparato dallo scirocco, è costituito
da una diga foranea sulla quale ci sono alcuni corpi morti, a pagamento,
forniti di acqua e corrente. Il paese conserva un'impronta spiccatamente
veneta con le sue calli abbarbicate al torrione fortificato che domina il
porto. Vi si trovano: la posta, la banca, alcuni negozi e ristoranti anche
se questo è forse il miglior posto della zona per acquistare del pesce o
delle aragoste, da cucinare in barca, dalle piccole barche di pescatori
ormeggiate in porto. Sulla Sx della baia c’è un locale, con i tavolini affacciati

direttamente sul mare, dove c’è una bella vasca piena di aragoste sebbene

cucinino molto bene anche il pesce.
- BISEVO -42°59'16''N-16°01'02''E- Nel visitare Vis e, in particolar modo
Komiza, non si può evitare di fare una puntatina all'isola di Bisevo, una
piccola isola ormai quasi disabitata, con un piccolo porto, poco adatto a
permanenze prolungate con mutamenti metereologici, per visitare, nella baia
di Balun, la Grotta Azzurra.
Posta all'interno di un promontorio roccioso, a dirupo sul mare, può essere
visitata solo a nuoto o col gommone, a condizione di lasciare qualcuno in
barca essendo impossibile, per la profondità del mare, gettare l'ancora nei
pressi. Il momento migliore per la visita è intorno a mezzogiorno, in una
bella giornata, quando il sole penetra dalle fenditure conferendo alla
grotta delle sfumature azzurrine.

portolano personale della croazia: mljet - meleda


- MLJET - MELEDA -
Chi conosce la Dalmazia per aver visitato le isole del Quarnaro o le
Kornati rimane senza dubbio sconcertato quando raggiunge le grandi isole a
sud di Spalato.
Qui il paesaggio, il clima, la vegetazione cambia radicalmente e, alla
macchia mediterranea del nord Adriatico caratterizzata da lecci, roveri e
olivi si aggiunge una presenza sempre maggiore, man mano ci si spinge a
sud, di palme, agrumi e pini d'Aleppo che danno all'ambiente un aspetto
simile alle isole dell'Egeo.
Mljet in particolare, completamente ricoperta da una fitta foresta di pini
assume, per chi si avvicina dal mare, la sembianza di un grosso smeraldo a
goccia posato su un tappeto blu cobalto. Provenendo da N il primo approdo
che si incontra è il porto di Pomena, nella parte nord-occidentale
dell'isola.
POMENA - 42°47' N ; 17°23' E - situato in una grande baia il cui ingresso è
ostacolato da alcuni scogli (vedi carta nautica). Entrando, sulla Dx c'è una
lunga banchina antistante l'Hotel Atlas dove ormeggiano gli aliscafi e i
battelli dei gitanti giornalieri per cui non vi sono che uno o due posti per
imbarcazioni da diporto (meglio domandare il permesso che farsi mollare le
cime). Sulla Sx vi sono un paio di ristoranti provvisti di un piccolo molo e
corpi morti. Io mi sono fermato al ristorante "Galjicia" dove , sotto una
bella veranda prospiciente l'ormeggio ho potuto gustare dondoli (tartufi di
mare) crudi e sarago ai ferri a un prezzo più che accettabile. Davanti ai
ristoranti vi è l'isoletta Pomestac, che protegge dai venti da N in
prossimità della quale è possibile ancorarsi.
Pomena è solitamente frequentata da turisti e diportisti perché è il punto
più comodo per raggiungere lo Jezero - il Lago. In realtà si tratta di una
grande baia lunga un paio di miglia, comunicante col mare attraverso uno
stretto canale profondo 1,5 m e largo una decina di metri, immersa nella
foresta di pini d'Aleppo.Un istmo di terra la strozza nella sua parte
terminale dividendo il Malico Jezero (lago piccolo) dal Velico Jezero
(grande lago). Nel centro del lago grande c'è un'isoletta, raggiungibile con
delle barchette, dove sorge l'antico monastero di Santa Maria, per alcuni
anni trasformato in hotel e ora abbandonato. la zona del lago, interdetto
alla navigazione, e le colline prospicienti sono Parco Nazionale, in estate
si paga un biglietto d'ingresso (se passate per il sentiero principale, ma
se passate per il bosco .......) che comprende il biglietto del battello per
l'isola. Vi sono attorno al lago numerosi sentieri che si inerpicano sulle
colline circostanti, bellissimo quello che porta al Monte Kuc,da dove,
nelle giornate limpide, si può spaziare l'orizzonte fino all'isola di
Lastovo e di Curzola, e osservare una gran quantità di uccelli e animali fra
i quali, spicca la mangusta. Questo piccolo mustelide simile a una faina (io
l'ho visto due volte) venne immesso nell'isola per debellare le numerose
vipere presenti (che peraltro ci
sono ancora, io ne ho incontrate) e si sono sviluppati al punto di
rappresentare una minaccia per uccelli selvatici e pollai tanto che si sta’
pensando di introdurre non so quale animale nemico giurato della mangusta
(sembra una favola di Esopo).
Proseguendo lungo la costa settentrionale dell'isola, incontriamo una serie
di baie deserte molto belle ma aperte a N e quindi poco adatte poco adatte
a una sosta prolungata o notturna (da quelle parti c'è il detto " Tutti i
venti finiscono in bora). Dopo circa 4 miglia incontriamo l'ingresso della
grande baia di Polace.
POLACE - PORTO PALAZZO - 42° 47' N; 17° 23' E - Profonda insenatura lunga
più di due miglia costituita da una serie di isolette, separate da stretti
canali, che affiancano la costa di Miljet formando quasi un fiordo. Prende
il nome dai ruderi di un fortilizio posto in fondo alla baia, di fronte al
quale si trova una rada molto riparata profonda al massimo 5-6 m. nella quale
ci si può ancorare alla ruota o portare a terra un paio di cime da legare
agli alberi della sponda opposta al villaggio. Davanti al castello vi sono
alcune boe antistanti una banchina alla quale si può ormeggiare in quattro
preferibilmente di prua (ci sono solo 2 m sotto il molo). C'è infine un
piccolo molo, di fronte al ristorante "NICOLA PALACIUM" fornito di alcuni
corpi morti (attenti a quale tirate su perché ad uno è
attaccata la nassa delle aragoste) messi dal padrone del locale(che vi
cucinerà delle aragoste alla brace fenomenali). Lungo la strada che
costeggia la baia, si incontra un piccolo negozio di alimentari, il forno del
pane (che al mattino diffonde un aroma irresistibile per tutta la baia), la
casa del pescatore Zoran, un vecchio un po’ scorbutico che vi può vendere(se
vi trova simpatici) del pesce appena pescato, il ristorante "OJIGIA" che
possiede un piccolo molo con alcuni corpi morti e ha la più bella vasca di astici
e aragoste della zona(potrete farveli cucinare nel locale o acquistarli vivi
per la cucina di bordo - si pagavano circa £ 60.000 X Kg nel settembre
2000). Un po’ più in là il ristorante "BOURBON"dotato di un molo (con
regolamentare vasca per le aragoste)con 3-4 corpi morti e corrente elettrica
erogata gratuitamente agli ospiti.Oltre all'ottimo pesce e crostacei al
forno o alla brace vi ho gustato dei gnocchi col cinghiale e bracioline del
medesimo suino , che abbonda sull'isola, reduce da uno sfortunato incontro
con la doppietta del
padrone. La baia nel suo complesso offre una moltitudine di possibilità di
sosta, anche prolungata, e costituisce tra l'altro un buon punto di partenza
per le escursioni al lago, lontano circa 2 Km., sia per la strada carrabile
(ci passa un auto ogni 2 ore), che per un sentiero poco segnalato (io l'ho
scoperto dopo 2-3 soste) che comincia dietro le rovine del castello e
attraversa alcuni ruderi romani.
Proseguendo lungo la costa settentrionale si incontra il porticciolo di
SOBRA-42° 45' N; 17° 37' E- scalo principale dell'isola, la baia di PROZURA
bella per una sosta diurna ma sempre un po’ esposta alla bora e sopratutto
troppo vicina a OKUKLJE che, se si potesse fare una classifica dei posti più
belli della Dalmazia, occuperebbe certamente uno dei primi posti.
OKUKLJE - PORTO CAMARA - 42° 44' N; 17° 41' E - Provenendo dal mare si
scorge solo un piccolo passaggio nel verde della pineta, segnalati dai due
fanali verde-rosso. superato l'ingresso si apre una insenatura circolare
totalmente circondata da colline verdeggianti dove anche la bora più
violenta non arriva, profonda 3-3,5 m sul lato Dx molto meno 1-1,5 m. a Sx
con nel mezzo uno scoglio su cui è issata un asta con bandiera. Sulla sponda
Dx vi sono tutta una serie di moli ricavati da scogli cementati in qualche
modo e dotati di corpi morti. Bisogna fare attenzione e, se il pontile del
battello di linea non è occupato da altri diportisti e non è martedì (il
mercoledì alle 6.00 a.m. arriva il Ferry-boat e non bisogna trovarsi in
mezzo) conviene ormeggiarvisi per essere liberi di cenare in barca o di
scegliere il locale che attira di più. Subito prima del pontile vi è un
ristorante gestito da un Tedesco-Croato-Svizzero dal quale io non andrò mai
dopo che in una occasione dopo aver rifiutato il suo ormeggio e parlato con
un pescatore che vende aragoste dopo aver legato la barca al pontile, ha
atteso che ci tuffassimo in acqua per fare il bagno per rovesciare un
secchio di teste,interiora e mezzi limoni spremuti a 2 m. dalla poppa (e
scaletta) della mia barca.Lungo la stradina che costeggia la baia troviamo
la casa di un vecchio pescatore Pietro che vende pesce e crostacei, seguita
dal ristorante "PORTO CAMARA" con una bella veranda sulla baia, l'unico che
non ha ormeggi da offrire, dove oltre a pesci squisiti e aragoste può
capitare di assaggiare seppie, pescate dal cameriere accanto a voi che
mangiate e buttate immediatamente sulla griglia. Proseguendo per circa 60
m.lungo il perimetro della baia, c'è la casa di NIKOLA BELIM (lui la chiama
ristorante) dove, oltre al pesce, si può assaggiare il formaggio e
(prenotando al 746-172 ) i capretti dell'ovile del vecchio padrone. Poco più
avanti c'è il locale di "PAVO E LUBICA BASILA"dove conviene assaggiare la
Popera, una specie di zuppa di riboni e scarpene molto densa con patate.
Sopra di questo, ancora un po’ più avanti in posizione sopraelevata il
ristorante "MAESTRAL" dove ho mangiato dei meravigliosi saraghi. Per
digerire tutto questo ben di Dio merita fare una passeggiata fino alla
chiesetta di San Nicola che domina la baia da un dosso a un centinaio di
metri d'altezza, per poi proseguire lungo lo sterrato fino al passo sul
crinale dell'isola da dove si gode di una vista che spazia entrambe le coste
fino alla penisola di Pelijesac - Sabbioncello (famosa per il vino che un
tempo era fra i più apprezzati nella Serenissima) e, più a nord, ai monti
della Bosnia.
Proseguendo verso Se raggiungiamo il margine estremo del versante dell'isola
che guarda la penisola di Peljesac e possiamo ritornare verso NW risalendo
la costa opposta. Questa è molto rettilinea e uniforme, con pochi anfratti e
baie salvo quella di Saplunara, all'estremo SW, con una bella spiaggia
ideale per trascorrervi una giornata balneare ma poco adatta a una
permanenza notturna in quanto aperta a SW. All'estremità nord occidentale
troviamo invece la baia di Soline dove c'è l'imboccatura del Lago (vietata
alla navigazione) e, poco distante, la baia di Lastorska, un'insenatura
rotondeggiante,profonda 3-4 m al suo centro ma con una barra di ciotoli e
pietre all'imboccatura profonda circa 2 m.. bisogna far quindi attenzione
nell'entrarvi ed essere lesti ad uscire qualora si annunci vento da W che
crea onde tali da rendere difficoltoso il guadagnare il mare aperto.
Nel complesso Mljet è una gran bella isola adatta anche a una vacanza
prolungata, ideale per chi vuole associare alla barca qualche passeggiata
nel verde o per chi vuole assicurarsi il piacere di una bella veleggiata
durante il giorno( il canale fra l'isola e Peljesac ricorda per dimensioni e
caratteristiche di vento, termica da NW nel pomeriggio con tempo buono, e
mare (onde corte molto ravvicinate) per poi riparare la notte in porti
tranquilli, fuori dalla civiltà e con la possibilità di satollarsi a dovere
nei numerosi piccoli locali.

portolano personale della croazia: lastovo - isola augusta


LASOVO – ISOLA AUGUSTA

"Meravigliosa, un mondo a parte, devi assolutamente andarci!"
Quando, eravamo agli inizi degli anni 90, il mio amico Bruno,appassionato
subacqueo, era da poco finita la parte più cruenta della guerra nei Balcani,
prese il coraggio a due mani e, attaccato il carrello del gommone al camper,
arrivò in una Spalato ancora accerchiata dalla guerra e prese il traghetto
per l'isola di Lastovo, a noi sembrava una specie di esploratore di lande
remote e misteriose in quanto, fino ad allora quest'isola, insieme ad alcune
altre(Brioni,Vis, Premuda ecc.), era zona militare vietata, inaccessibile,
VERBOTEN anche nel caso di necessità ,solo pensare di avvicinarsi.
Ovviamente l'estate successiva non ci pensai su un attimo a mettere la
prua verso quei luoghi tanto agognati e fino ad allora proibiti..
Lastovo, Augusta Insula dell'Antica Roma, L'isola delle aragoste, come viene
anche chiamata, a me fà venire in mente un ombelico, sia per la forma,
rotondeggiante con una vasta laguna nel mezzo, sia per la posizione, posta
com'è in mezzo all'Adriatico, equidistante da Spalato e dalle coste
Italiane.
Provenendo da Mljet (Polace) si naviga per una ventina di miglia verso W,
incontrando il faro di Glavat, all'incirca a metà strada, che segnala tutta
una serie di scogli e isolette, posti a W di esso, pericolosi per la
navigazione commerciale ma ideali, di giorno per una sosta per il bagno, ma
anche, con tempo stabile, ad un ancoraggio notturno sopratutto in prossimità
delle isolette più grandi come Cesvica, Crucica e Saplun. Proseguendo lungo
la sponda settentrionale di Lastovo incontriamo alcune grandi baie poco
adatte a una sosta prolungata come Sv. Mihovil, dove c'è l'approdo per il
paese più grande dell'isola, abbarbicato sulla montagna, fino a raggiungere
la baia Zaklopatica
ZAKLOPATICA - 42°46'43''N ; 16°52'42''E. Questa è una vasta
insenatura, protetta da una isoletta allungata che forma 2 canali : uno
orientale più profondo, il principale, il secondo occidentale poco profondo
non percorribile in tranquillità da una barca a vela. Nella baia si trova un
paesino con una banchina dove l'ormeggio è libero e un paio di ristoranti
con ormeggio. Io mi fermo alla "Augusta Insula" proprio a metà della baia,
dotato di un pontile di legno con 3-4 corpi morti e corrente elettrica ( in
caso di necessità c'è anche l'acqua, bene prezioso in queste isole, per gran
parte prive di
acquedotto) dove si mangiano delle ottime grigliate di saraghi, scarpene e
branzini. In attesa dell'ora di cena merita fare una passeggiata lungo la
strada che si inerpica lungo la costa fino a raggiungere il paese di
Lastovo, dopo circa 5-6 Km., situato in un vallone nel mezzo dell'isola,
lontano e invisibile dal mare, come consuetudine in questi luoghi un tempo
frequentati dai pirati,sembra, per un momento, di trovarsi altrove, in una
valle del Trentino o degli Appennini. Molto bella la chiesa con la piazza
antistante
che funge da cisterna per l'acqua, circondata da case di pietra con dei
grandi comignoli caratteristici, simili a quelli che si vedono nelle case
delle isole nella laguna di Venezia. Proseguendo verso W si incontra la
profonda insenatura Krucica dove sostare all'ancora per un bel bagno ma
senza dubbio meno adatta alla sosta notturna dell'insenatura successiva
verso W, il Mali lago.
-MALI LAGO -42°46'5''N : 16°49'E - in pratica, insieme al Velji Lago, si
tratta di uno stretto canale fatto a clessidra, con un piccolo ponte nel
punto più stretto, una decina di metri, che separa l'isola di Lastovo da
quella, più piccola, di Prezba, adattissimo a soste, anche prolungate per
maltempo, perché sinuoso con alcune strette curve, nella parte vicina al
ponte è poco profondo (3 m.)e non è consigliabile avvicinarsi alla banchina
se non con estrema attenzione. Sulla costa di Prezba vicino al ponte, ci
sono alcune case di pescatori dove acquistare del pesce freschissimo, ma non
fatevi indurre, come è capitato a me nell'ottobre 2000, ad acquistare una
ricciola di 5 Kg. viva, tenuta in una nassa, per £100.000 perché è
estremamente difficile indurla a farsi sfilettare per trasformarsi in
carpaccio di ricciola e filetti dorati al burro, per la cena. Dall'altra
parte del ponte c'è un albergo, l'unico dell'isola con un ristorante troppo
vicino,per i miei gusti , ai palati germanici.
-VELJI LAGO -42°45' N: 16°49'E- Vi si accede dal lato meridionale
dell'isola,lasciando l'isoletta di Bratin a Dx o a Sx;
è una vasta insenatura, profonda, con una piccola isola nel mezzo. Entrando,
sulla Sx, c'è una grande base militare abbandonata con numerose banchine e
addirittura un bunker, scavato nella collina, dove venivano ricoverate
motovedette e sommergibili (non ci ho mai provato ma credo che la mia barca
ci potrebbe entrare con albero e tutto, ve lo immaginate dotare il tunnel di
basculante e telecomando e usarlo come box nautico?). Ricoveri simili,
egualmente abbandonati, se ne incontrano altri in Dalmazia, a Dugi Otok,
Sebenico, Vis ecc. e entrarci col canottino costituisce una piacevole pausa
rinfrescante in quei pomeriggi assolati e afosi dove non si muove una
foglia. Lungo le numerose banchine della base vi sono numerose possibilità
di approdo notturno, essendo la baia molto riparata, ma il luogo
abbandonato con casamatte arrugginite e invase dai rovi, conferisce un
aspetto cupo e minaccioso pertanto ho sempre preferito passare la notte
altrove. Sempre nel Velji Lago, sulla Dx entrando, c'è la banchina portuale
del paesino di Uble, dove ormeggia il Ferry-boat proveniente da Spalato.
Davanti a questo molo, ovviamente riservato, vi sono alcuni posti liberi
utilizzabili dalle imbarcazioni da diporto.In fondo alla baia si trova anche
il distributore di carburante e un locale che funge da deposito per i
crostacei pregiati, aragoste,astici e scampi che vengono pescati in queste
acque e qui raccolti in attesa di essere inviati sul mercato col battello di
linea. Durante la notte capita di essere svegliati da un peschereccio che
approda per scaricare ogni ben di Dio, e , insistendo un po’, si riesce ad
acquistare qualche pezzo per la cucina di bordo. Uble per il resto non offre
molto, 2 ristoranti non molto invitanti e un piccolo negozio di alimentari
oltre all'immancabile cabina del telefono a scheda (in Croazia anche
l'ultimo scoglio desolato e relitto ha la sua brava cabina funzionante -
sembra la pubblicità della Telecom), però l'ormeggio è tranquillo e riparato
con qualsiasi tempo, si può fare rifornimento e .....ci sono le aragoste.
Proseguendo la circumnavigazione dell'isola verso E troviamo la grande baia
di Portoroz.
- PORTOROZ - 42°43'96''N-16°53'25''E - Vasta insenatura rotondeggiante nella
parte SE dell'isola abbastanza profonda nel centro, 20 m. che vanno
degradando in una spiaggia, priva di moli,pertanto è necessario gettare
l'ancora, alla ruota, in un fondale di fango buon tenitore. La baia è
riparata dal promontorio della Punta Skrizeva, dove sorge un faro, piuttosto
elevato e costituisce un ormeggio tranquillo. Sulla costa c'è un piccolo
ristorante, raggiungibile col tender, dove non sono mai andato (ho sempre
avuto qualche crostaceo in cambusa).
Concludendo Lastovo è decisamente un'isola da visitare con calma,
dedicandoci 2-3 giorni dove poter sostare ogni sera in un posto diverso per
spingersi di giorno verso la miriade di isolette che la circondano, un vero
paradiso per gli appassionati subacquei.

portolano personale della croazia: curzola - corcula


CURZOLA – CORCULA

- CURZOLA-CORCULA -Grande isola che si estende da E a W davanti alla
penisola di Sabbioncello- Peljesac, famosa per il vino( veramente buono) e
per aver dato (dicono i locali) i natali a Marco Polo, che forse qui non
nacque, ma certamente vi abitò e ivi venne catturato dai genovesi nella
battaglia navale di Curzola, dopo di che venne imprigionato a Genova, nelle cui
prigioni scrisse "Il Milione". L'isola prende il nome dal paese principale che senza dubbio
rappresenta una tappa da non lasciarsi sfuggire, nel visitare queste zone.
-CURZOLA-42°57'80''N-17°08'17''E- Il paese si erge su un promontorio, allo
sbocco orientale di uno stretto canale che separa l'isola dalla penisola di
Peljesac-Sabbioncello (a proposito lo sapevate che ai tempi della
Serenissima il vino dolce di Sabbioncello era fra i migliori, riservato alla
tavola del Doge e delle famiglie nobili di rango più elevato). Il canale è
molto angusto e il vento, per effetto "Tubo Venturi" aumenta notevolmente
d'intensità rendendo molto piacevole la navigazione quando ce l'hai in poppa
(un pò meno di prua perchè il varco stretto rende difficile il bordeggiare
essendo molto frequentato da navi e battelli, con forti correnti e giri di
vento che spesso ti riportano, dopo 2-3 bordi, al punto di partenza).Il borgo è interamente
fortificato, con grandi bastioni e ponti levatoi, la chiesa di San Marco (un
tempo sede vescovile) dove si possono ammirare quadri di Tintoretto e di
Bassano, e la casa di Marco Polo, trasformata in piccolo museo. Vi sono due
possibilità d'ormeggio, nella parte occidentale del promontorio ci sono alcuni posti
liberi sul molo, davanti alla Capitaneria (occhio alla Bora che qui
raggiunge una violenza da uragano e vi può sbattere in banchina in men che
non si dica) oppure sul versante orientale del paese, c'è il Marina ACI,
poco frequentato in bassa stagione, dove, volendo, (io l'ho fatto più volte)
si può lasciare la barca per qualche settimana e rientrare in Italia con la
nave della Jadrolinija che fa spola Bari-Dubrovnic-Curzola-Kwar-Spalato-Zara-Fiume.Le
banchine del Marina sono ben protette sia dalla Bora che dallo Scirocco
sebbene quando soffia quest'ultimo in maniera impetuosa è preferibile
cercare di ormeggiare nel molo più interno, se si vuole evitare, passando a
piedi, di fare il bagno per gli spruzzi che, ad ogni onda, innondano la banchina sulla
diga esterna.
Con lo Scirocco poi, le onde si infilano in alcuni buchi presenti nella diga
foranea producendo un effetto a canna d'organo (i buchi sono numerosi e di
dimensioni diverse per cui si producono varie note in una sorta di concerto
che non lascia dormire la notte.) In paese ci sono diverse osterie, ricordo che,

- la prima volta che sono arrivato da quelle parti,le ho girate tutte,

- col mio amico Gianni, alla ricerca di un posto dove mangiare

- (in ciascuna assaggiammo il vino,un generoso bicchiere da un quarto
che dovevamo tracannare mostrando approvazione fra lo sguardo attento di
oste e avventori) non trovammo alcuna indicazione gastronomica ma
facemmo una balla micidiale). In seguito di locali ne hanno aperti parecchi,
buoni e meno buoni ma , nel complesso, accettabili. Fra i tanti ricordo il
ristorante "Marinero", nel centro storico in una calle in discesa presso la
cattedrale, dove ho mangiato aragosta e un ottimo sarago. Nei pressi il
ristorante "Adio Mare" in un porticato dove, oltre al pesce
(brodetto,sarago) ho assaggiato un formaggio, una sorta di ricotta di capra
fluida, tipica della zona di Sarajevo, che il padrone faceva arrivare
apposta per se (e che noi gli mangiammo tutta). Dirigendosi verso E si
incontra un profonda insenatura adibita a cantiere navale e subito dopo uno
stretto tra la costa di Curzola e l'isolotto di Badja nel quale c'è
l'ormeggio del Ferry-boat e il distributore di carburante.Proseguendo ci si
inoltra in una zona di mare il Donje Blato, protetta da diverse piccole
isole con bassi fondali e secche nei passaggi per uscire in mare aperto per
cui è bene fare molta attenzione a scandaglio e portolano per non rischiare
di finire in secca, adatta a una sosta notturna, in rada all'ancora.

- Sull'isola di Badja c'è una antica abbazia circondata da grandi alberi

- e un bel prato curato sul mare dove merita fare una sosta per una visita .

- Proseguendo verso S si raggiunge il porto del paese di Lumbarda.

-

-
LUMBARDA- 42°55'48''N-17°10'57''E - L'ormeggio, nel porticciolo, è costituito
dal pontile
di un piccolo marina dotato di corpi morti, acqua e corrente. Il paese in se
non offre un gran che, essendo costituito quasi integralmente di case nuove
sorte a ridosso delle spiagge e dei campeggi vicini. Ci sono alcuni negozi
e anche un piccolo supermarket dove fare provviste mentre i ristoranti sono
del tipo "spaghetti bolognese-pizza-peperoni ripieni" adatti ai tedeschi che
frequentano i camping.
Proseguendo verso W, lungo la parte meridionale dell'isola,troviamo un
tratto di costa abbastanza uniforme, privo di insenature interessanti salvo
quella di Pupnatska Luka, adatta solo a una permanenza diurna, fino
ad arrivare alla baia di Brna.

-
- BRNA - 42°54'27''N-16°51'34''E-Ampia insenatura abbastanza riparata, con
esclusione dei venti da W e SW quando conviene ripararsi nella vicina
insenatura di Kosirina. Vi è un piccolo paesino caratteristico con un molo
al quale poter ormeggiare. Una strada, poco frequentata dalle auto, consente
di fare una bella passeggiata fino al paese di Smokvica, nell'interno
dell'isola, distante circa 4 Km.
Proseguendo verso W si imbocca una sorta di canale costituito da una serie
di isolotti che affiancano la costa costituendo una serie di baie e bassi
fondali adatti a una sosta fino a raggiungere il paese di Prizba
- PRIZBA - 42°54'16''N-16°47'53''E -Piccolo villaggio in un'insenatura
abbastanza riparata da tutti i venti, vi è un piccolo molo dove però il
fondale è estremamente ridotto per cui è preferibile gettare l'ancora in
rada.
Proseguendo la navigazione verso W incontriamo un susseguirsi di isole
grandi e piccole, Karbuni, Prznjak Grande e Piccola,Trstenik, prospicienti la
costa con splendidi ridossi e bassi fondali idonei anche a una sosta
notturna, con buone condizioni meteo, fino a raggiungere la baia di Triluke.
- TRILUKE - TREPORTI - 42°55'62''N-16°39'91''E- Posta all'estremo SW di
Curzola è una profonda insenatura ben protetta nella quale si può fare anche
una sosta prolungata all'ancora. Sulla costa vi è un piccolo ristorante al
quale però non mi sono mai fermato.
Superata il Capo Dance entriamo in un grande golfo nel mezzo del quale, in
una profonda insenatura, quasi un fiordo,protetta dall'isolotto Osjac sorge
il paese di Vela Luka.

portolano personale della croazia: brac - brazza


BRAC – BRAZZA

Esistono dei luoghi, anche nell'immensità del mare, che, per particolari
conformazioni geografiche o per abitudini consolidate, rappresentano dei
punti chiave, delle porte d'accesso dalle quali bisogna ogni volta passare,
che dividono il bello dal brutto, la vacanza dal dover ritornare, l'euforia
dalla depressione.
Tra questi posti, i più rappresentativi per me sono il Quarnaro, Katina
(nelle Kornati) e lo Splitska Vrata fra l'isola di Brac e quella di Solta.
Per questa ragione temo che, nel trattare di questi luoghi, non avrò
l'entusiasmo delle narrazioni precedenti perché i ricordi, felici e solari
nell'andare, sono pur sempre offuscati dalla memoria uggiosa di molti
rientri, quando la vacanza volge al termine e la prua della barca, come dice
il mio amico Paolo, è inesorabilmente rivolta a N.
-SPLITSKA VRATA-43°19'80''N-16°24'14''E-Questo stretto e trafficatissimo
passaggio rappresenta dunque la "porta" di Spalato, l'unica via d'accesso,
dal mare aperto alla città, al suo porto, facilmente raggiungibile
dall'Italia in nave, dove si può lasciare la propria barca tra una vacanza e
l'altra o affittarne una dai numerosi charter presenti. Non ci sono
particolari problemi nell'affrontarlo se non quelli legati alla corrente
(spesso impetuosa),se si procede a vela e al continuo passare di navi e
barche di ogni forma e dimensione che creano un discreto moto
ondoso.Superato lo stretto, provenendo da S, si incontra, sulla Dx, il
grande golfo di Milna, delimitato dall'isolotto di Mrdujia- e ricco di
baiette dove poter sostare all'ancora per una rilassante giornata balneare.
-MILNA-43°19'64''N-16°26'69''E-Si accede al porto e al paese attraverso uno
stretto canale navigabile, lungo il quale c'è il distributore di carburante,
che si apre infine , sulla Dx, al Marina ACI, con i suoi pontili e a un molo
pubblico dove, in bassa stagione, è possibile ormeggiare all'Inglese senza
pagare. Il borgo è raccolto e piacevole, vi sono alcuni ristoranti, io mi
sono sempre recato al ristorante "Palma", dietro il Marina, dove ho gustato
dei buoni piatti di pesce.
Risalendo verso N la costa di Brac si incontra un'altra profonda insenatura,
Bobovisce.
-BOBOVISCE-43°21'14''N-16°27'46''E-Entrando, sulla Sx, vi è un piccolo
pontile di una cava abbandonata al quale si può accostare per un bagno o una
sosta notturna in un luogo più deserto, altrimenti, alla fine della baia, si
incontra una biforcazione: a Sx una rada adatta a una sosta all'ancora, a Dx
il porto del paesino, con una banchina alla quale poter accostare, se c'è
posto e il proprio bulbo non supera i 2 m. In paese, un piccolo negozio e
due ristorantini che però non conosco.
Costeggiando verso E la sponda N di Brac si incontrano alcune insenature
come Supetar, dove arrivano i Ferry-boat dalla costa e si può fare
rifornimento di carburante,Postire,Pucisca,Povlja, ma nel complesso la costa
è uniforme e poco interessante oltre essere molto rovinata da escavazioni e
pontili delle numerose cave di marmo, pare che il rivestimento della Casa
Bianca di Washington provenga da questi luoghi.Meglio dunque raggiungere
Rasotica o Sumartin, all'estrema punta orientale dell'isola, dove non ho mai
sostato ma , viste da fuori, sembrano più intonse e ruspanti. Proseguendo
lungo la costa meridionale verso W non si incontrano baie di particolare
interesse fino a Bol.
-BOL-43°15'66''N-16°39'45''E- Il paese, molto turistico e affollato, non è
molto invitante per una sosta prolungata mentre merita senz'altro
un'occhiata la spiaggia di Zlatni Rat, una specie di promontorio di sabbia e
sassi che si spinge come una lingua nel mare profondo e, per il contrasto
tra il biancore dei sassi nel blu cobalto del mare, ha un aspetto quasi
tropicale.

portolano personale della croazia: da punta movar a spalato


DA PUNTA MOVAR A SPALATO

Superata la baia di Rogonica, nel golfo di Sebenico, proseguendo verso SE, si incontra l’isolotto di Smovica, coperto di vegetazione, che ospitava una base militare, ora abbandonata, al cui molo si può ormeggiare. L’isola è separata da un breve braccio di mare dal promontorio di PUNTA MOVAR –43°30’40’’N-15°56’94’’E. E’ questo, dal punto di vista meteorologico, un punto chiave della Dalmazia perché, in caso della presenza, situazione molto frequente, di un’alta pressione sull’Europa centrale e di una depressione sul Mediterraneo, a N di questo capo soffia vento di bora, sostenuto e freddo, mentre a S di Punta Movar il vento proviene da ESE ed è molto più temperato. Questo appare evidente nel tipo di vegetazione della costa, macchia Mediterranea simile a quella Ligure, Toscana o della Corsica a N, mentre a S compaiono essenze più meridionali, palme, carrubi e agrumi, aranci e limoni, che crescono, floridi, senza bisogno di protezioni invernali. E’ quindi frequente, navigando da queste parti, assistere a questo repentino salto di vento e lambiccarsi il cervello nel chiedersi che cosa possa mai significare per l’evoluzione delle condizioni meteo. La costa, fino al Drvenicki Canal, che la separa dall’isola di Drvenik Veli è frastagliata e ricca di insenature in molte delle quali non è facile ancorarsi perché il fondale sprofonda rapidamente fino oltre i 50 m.

DRVENIK VELI –43°27’01’’N-16°08’53’’E- Il paese si trova in fondo a una profonda insenatura, si può ormeggiare al pontile, sulla Sx entrando, dotato di acqua e corrente, a pagamento, o a un paio di piccoli moli più interni. Il paese è raccolto e carino, con una chiesa dall’architettura inconsueta rispetto alla zona, vi si trova un negozio di alimentari e la posta. Dal centro si dipanano alcuni sentieri che portano al lato orientale dell’isola o a una chiesetta, in cima a un colle, sul lato occidentale. Ci sono due ristoranti, in posizione sopraelevata, sul pendio che sovrasta il porticciolo. Io ho mangiato al ristorante “Vila Eleonora”, che dà l’impressione di maggiore pulizia e ha dei tavoli su una terrazza che domina la baia, il pesce non è ai livelli dei localini gestiti dai pescatori, sulle isole più remote, ma si lascia mangiare.

Proseguendo verso E si arriva uno stretto, il Trogirski Zaliv, il cui accesso è caratterizzato dalla presenza di scogli , peraltro ben segnalati, che dà accesso al golfo di Marina sulla Sx, di Trogir sulla Dx.

MARINA –43°30’82’’N-16°07’05’’E- E’ una profonda insenatura , nella parte occidentale del golfo di Trogir, orientata da E a W e quindi aperta alla bora che qui si insinua in maniera violenta e allo scirocco che, seppur forte, non solleva onde. Nel paese, dominato da una torre fortificata Veneziana, ora trasformata in hotel, c’è un piccolo porto il cui molo ha poco fondale (meno di 2 m.)

Preferibile ormeggiare al AGANA MARINA, nella parte occidentale del golfo, dove ci sono diversi ormeggi forniti di acqua e corrente.

TRAU – TROGIR – 43°30’88’N-16°15’05’’E- Protetta dall’isola di Bua - Ciovo, ormai trasformata in penisola dalla presenza di un ponte, rappresenta uno dei più belli e meglio conservati esempi di città fortificata Veneziana del “Golfo”, come la Serenissima chiamava il mare Adriatico considerandolo un suo dominio esclusivo. Questa particolare posizione geografica spiega anche il motivo del suo grande sviluppo in quei tempi, insieme ad altre città come Arbe – Rab, Lesina – Kvar o Curzola, quando si navigava con le “galere”, navi con propulsione mista remi - vela, dalle scarse capacità boliniere, per le quali il porto ideale aveva due imboccature, disposte secondo i venti dominanti, mentre ebbero scarso successo e sviluppo località poste in fondo a golfi profondi e riparati come Lussin Piccolo, che, a noi che possiamo accendere il motore nella “piatta” sembrano eccezionali, ma dovendoli percorrere a remi richiedevano una fatica aggiuntiva considerevole. La città vecchia è dominata dai resti di una fortezza, che chiude il molo di dove si dipana in una miriade di calli e viuzze molto strette (e invero molto sporche e piene di gatti randagi e colombi) che arrivano alla piazzetta della cattedrale di San Lorenzo, col suo splendido campanile arabescato tanto da sembrare un minareto e dove aleggiano suoni, colori e odori di Venezia. Il panorama del porto è un po’ rovinato dalla presenza del bacino di un grosso cantiere navale e dal frastuono degli aerei di linea che passano a pochi metri d’altezza per atterrare nel vicino aeroporto di Spalato. Si può ormeggiare alla banchina della città vecchia, all’Inglese, cercando di non ostacolare gli ormeggi dei battelli delle gite, i cui equipaggi sono piuttosto irascibili, o sul lato opposto del canale, ai pontili del marina ACI, sull’isola di Bua - Ciovo, dove si trova anche il distributore di carburante.

ISOLA DI SOLTA – E’ la prima delle grandi isole antistanti Spalato che si incontra provenendo da N., lunga circa una decina di miglia, è orientata da NW a SE, formando, insieme all’isola di Brazza – Brac una sorta di barriera che separa, quasi a formare un lago, il tratto di mare antistante Spalato dal mare aperto.

MASLINICA –43°23’76’’N-16°12’75’’E- Situato nella costa occidentale dell’isola di Solta, in uno stretto braccio di mare che la separa dall’isola di Drvenik Veli, costellato di isolotti e scogli per cui, nel navigare in queste acque, bisogna tenere sotto mano carta nautica e portolano ed evitare di entrare in porto, provenendo da N, attraverso i passaggi fra l’isolotto di Polebrnjak e quello di Saskinja e fra questo e Solta, con fondali inferiori ai 3 m. Il paesino è in fondo a un’insenatura profonda e abbastanza riparata, seppure il maestrale, che in queste zone costituisce il vento termico pomeridiano dominante nei periodi di tempo stabile e alta pressione, vi crei una fastidiosa maretta, che scompare al tramonto. Si può ormeggiare, alla banchina S del porto, sulla Dx entrando, davanti ai resti di una fortificazione medievale, dotata di corpi morti, a pagamento, e energia elettrica, mentre la banchina N è riservata ai battelli di linea.

Proseguendo lungo la costa meridionale dell’isola di Solta in direzione SE, si costeggia una zona disabitata, con alcune piccole baie adatte a una sosta per il bagno, fino alla profonda insenatura di TATINJA –43°22’34’’N-16°17’04’’E- abbastanza riparata per una sosta notturna all’ancora, è disabitata e dà un senso di selvaggia bellezza. Bisogna prestare attenzione, nell’accedervi, ad alcuni scogli, ben segnalati su carta nautica e portolano.

Altre tre insenature profonde si trovano all’estremo SE dell’isola, in prossimità dello Splitska Vrata, il passaggio che separa Solta dall’isola di Brazza, e che dà accesso alle navi dirette al porto di Spalato. Si tratta delle baie di STRACINSKA –43°20’17’’N-16°21’85’’E , UVALA VELA TRAVNA 43°19’97’’N-16°22’53’’E e LIVKA –43°19’99’N-16°23’36’’E- tutte aperte verso S e quindi utilizzabili per una sosta prolungata qualora non vi siano indicazioni di arrivo dello scirocco.

Costeggiando la sponda settentrionale di Solta il primo porto che si incontra, provenendo da N, è quello di Rogac.

ROGAC-43°23’43’’N-16°18’04’’E- Profonda insenatura biforcuta, ben protetta da tutti i venti, dove si può ormeggiare in rada o in uno dei moli posti oltre la banchina usata dal battello di linea, vi si trova anche un distributore di carburante che però osserva un orario ridotto in bassa stagione.

Circa 1 miglio più a SE si incontra l’imboccatura del golfo di NECUJAM-43°23’08’’N-16°19’43’’E- dove, nell’insenatura Supetar, c’è un pontile attrezzato con corpi morti e corrente e una banchina nella parte SW.

Proseguendo per altre 2 miglia si incontra il paesino di STOMORSKA-43°22’36’’N-16°21’08’’E- con piccolo molo al quale è possibile ormeggiare.

Se si prosegue da Trogir lungo la costa, è necessario eseguire la circumnavigazione dell’isola di Ciovo, essendo il ponte, un tempo girevole, immobilizzato da anni.

Il versante meridionale di Ciovo è caratterizzato da alcune baiette e insenature estremamente pittoresche e interessanti per effettuare una sosta quando si transita da queste parti. Il vertice estremo orientale dell’isola di Ciovo è costituito dalla PUNTA CIOVA –43°29’36’’N-16°23’51’’E- separata da uno stretto braccio di mare dalla PUNTA MARJAN – 43°30’46’’N-16°23’24’’E-, situata sulla costa di Spalato. Attraverso questo varco si accede al GOLFO di KASTEL – KASTELANSKI ZALIV – una grande insenatura, lunga circa 8 miglia, che và dalla città di Trogir, a E del ponte, fino alla periferia settentrionale di Spalato,molto degradata, dal punto di vista ambientale, dalla pista dell’aeroporto internazionale, da fabbriche, raffinerie e dalle banchine del porto commerciale di Spalato. Nei pressi della città-43°30’90’’N-16°25’16’’E-, accanto allo stadio di calcio, vi sono alcuni piccoli marina e pontili di circoli velici, dove si può ormeggiare ma che sono abbastanza scomodi, lontani dal centro storico e dal mare, e quindi da prendere in considerazione nel caso di soste molto prolungate della barca.

SPALATO – 43°30’11’’N-16°26’02’’E- Il porto cittadino, piuttosto ampio, si affaccia direttamente sul centro storico. Entrando, sulla dx, ci sono le banchine riservate alle navi di linea e ai traghetti, seguite da un tratto di molo dove ormeggiano i battelli più piccoli delle gite. Vi sono alcuni posti a disposizione delle barche da diporto nel molo antistante l’edificio della Capitaneria, ma è senz’altro più semplice e pratico ormeggiare ai pontili del marina ACI, che occupa il lato sx del porto. Il marina, dotato di pontili galleggianti con acqua e corrente, di gru e officina meccanica e, nelle vicinanze, di negozi di articoli nautici per eventuali acquisti di attrezzature e ricambi, consente anche di lasciare la barca per periodi prolungati, con contratti d’ormeggio mensile a prezzi accettabili, e di rientrare in Italia con i traghetti per Ancona, Bari, Venezia, Fiume o con voli per Roma o Milano.

Il centro storico di Spalato è senz’altro, dal punto di vista architettonico, uno dei più interessanti del mondo, l’unico dove vengano ancora utilizzati al fine abitativo e commerciale edifici costruiti 2000 anni fa. Il nucleo della città è infatti costituito dal palazzo di Diocleziano, imperatore romano che qui si stabilì, nell’ultima parte della sua vita,intorno al 200 d.c., in una residenza fortificata con palazzi, templi e colonnati che sono stati adattati alla vita e agli affari degli abitanti, nei secoli successivi, per cui si assiste all’inconsueto spettacolo di vedere panni stesi fra due colonne, mentre si gusta un gelato seduti al tavolino di un bar ricavato nel Peristilio o si cena in un ristorante la cui sala è un sotterraneo del palazzo mentre la cattedrale, a pianta rotonda, è stata ricavata dal Mausoleo di Diocleziano. Un’altra peculiarità della città, non meno interessante, è rappresentata dal gran numero di ragazze e giovani donne che, la sera, affollano il lungo mare e la passeggiata alberata, tutte alte, slanciate e leggiadre e con gambe lunghissime tanto che sembra di essere a un torneo di squadre femminili di basket. Il mio amico Valter, che, pur non essendo un etnologo, di femori ginoidi è un grande estimatore, ha elaborato una teoria secondo la quale, in Dalmazia, la lunghezza di questo osso lungo della gamba, nelle femmine della specie homo sapiens sapiens, cresce, partendo da Fiume, di 5 cm. ogni 50 miglia fino a Spalato, superata la quale decresce rapidamente verso Dubrovnic. In attesa di ulteriori verifiche e conferme scientifiche a questa importante teoria, consiglio comunque, agli studiosi maschili interessati, una passeggiata vespertina per il lungomare di Spalato. Un’altra importante attrattiva della città è rappresentata dal mercato che si svolge, di prima mattina, all’aperto, nei viali e nei giardini all’esterno del palazzo di Diocleziano. Vi si trova frutta , pesce, carni secche e affumicate e formaggi caserecci di ogni sorta oltre a oggetti e manufatti delle zone circostanti, punto d’incontro di popoli con tradizioni e culture differenti. Sotto l’aspetto gastronomico la città, viste le sue dimensioni, è insolitamente povera di ristoranti ai quali valga la pena di fermarsi. Io ne consiglio due: “Sarajevo” all’interno della città vecchia, in un grande scantinato con architravi romane e arredato con gusto balcanico, dove si mangia soprattutto carne, spiedini e filetti superbi, oltre a qualche particolarità come rane o lumache o zuppa di interiora d’agnello. Nella zona del mercato, oltrepassato il centro storico, c’è il ristorante “Kod Joze”(tel. 021-347397) dove preparano ottimi piatti di pesce, crostacei, zuppe e grigliate a prezzi accettabili.

portolano personale della croazia: arcipelago di sebenico


ARCIPELAGO DI SEBENICO

Proseguendo verso S, le ultime isole che formano l’arcipelago delle Incoronate – Kornati sono Kurba Mala e Kurba Vela, il cui nome pare voglia dire, in croato, piccola e grande “donna di malaffare”, due isole spoglie e disabitate dall’aspetto che vagamente ricorda una cassata siciliana.

Attraversato un breve tratto di mare si arriva all’isola di Zirje, la più esterna e la più grande dell’arcipelago di Sebenico. La prima insenatura che si incontra, sulla sponda nord-orientale dell’isola è quella di MIKAVIKA-43°40’50’’N-15°36’48’’E, nella quale bisogna entrare facendo estrema attenzione alla secca di circa 2 m che si estende parecchio a S dell’isolotto Mikavica-43°40’68’’N-15°36’92’’E- Vi si trova un piccolo molo al quale avvicinarsi con attenzione perché il fondale non supera i 2 m., la rada non è molto sicura in quanto esposta ai venti da N-NE e non conviene perciò fermarvisi per soste prolungate se non con condizioni di tempo ottimale.

Zirje per me rappresenta una tappa obbligatoria da quando ho conosciuto, nel paese di Muna, Violetta.
MUNA-43°39’72’’N-15°39’37’’E- Incuneato in una profonda fenditura nella montagna che spacca come un colpo d’ascia l’isola approfondendosi rapidamente in mare tanto che nel mezzo del porto ci sono una cinquantina di metri d’acqua che rendono impossibile l’uso dell’ancora nell’ormeggio. Il porto è molto bello, ricorda , per forma e dimensioni, Portofino, pochissimo turisticizzato, nessun albergo, neanche un bar, solo un piccolo negozietto di alimentari, e scarsamente frequentato da diportisti.
L'anno scorso il porto è stato completamente ristrutturato e dotato di una bella banchina in marmo, davanti alla quale il mare è abbastanza profondo (+ di 2 m.) per tutto il perimetro. Il posto migliore per ormeggiare è costituito dallo scivolo d’attracco del Ferry-boat che arriva solo una volta alla settimana in piena estate, (verificare gli orari), posto sulla Dx entrando, in fondo alla diga foranea, quest’ultima non utilizzabile in quanto, ogni sera, vi ormeggia un aliscafo di linea.
Violetta è una splendida ragazza over 70 (somiglia in tutto a Maga Magò- ma non diteglielo) che gestisce un localino sul mare 10 m oltre la diga.
Trattasi di una specie di cantina spelonca dall'igiene discutibile ma il pesce che cucina è buonissimo, tutto pescato personalmente da Violetta con la sua barchetta (quando non trova la rete bucata da un vecchio delfino ladro, ormai incapace di procurarsi il cibo da solo, che bazzica in quelle acque), il vino è del suo orto così come la verdura e la carne (agnelli e capretti) sono di sua produzione.
Prenotando per telefono (022/462-944) prepara anche selvaggina (lepri e fagiani) procurati da un suo amico che soffre d'insonnia e và a spasso, di notte, per l’isola, infine grappa e pane sono rigorosamente fatti in casa, il tutto ai prezzi più popolari che si possano riscontrare in zona.

Da Muna si possono intraprendere delle magnifiche passeggiate nell’interno dell’isola, fino al paese di Zirje, in un vallone invisibile dal mare, ricco di orti e vigneti, o lungo il sentiero sterrato che porta, verso S, fino a Stupica Vela e ai ruderi di un fortilizio medievale.

Proseguendo verso S, doppiata la punta Rasohe, prestando attenzione ai numerosi scogli e isolotti presenti, si costeggia il lato meridionale dell’isola, caratterizzato da numerose baie adatte a una sosta fra le quali la principale è Stupica Vela.

STUPICA VELA –43°38’08’’N-15°40’98’’E- E’ una grande e profonda insenatura, ben riparata dai venti da N ma un po’aperta ai venti meridionali, attrezzata con un gran numero di boe, a pagamento, e in fondo alla quale si trova un piccolo ristorante dove fanno delle buone grigliate di pesce. Caratteristica di questa baia è la grandissima abbondanza di ricci di mare, sui bassi fondali, che si possono mangiare crudi, con una spruzzata di succo di limone oppure usati per condire la pasta.

La ricetta consiste nel estrarre dai ricci aperti, con un coltello o le forbici, la polpa con un cucchiaino, si soffrigge dell’aglio con olio d’oliva e si aggiunge della mollica di pane raffermo fino a farla imbiondire per poi versare la polpa e il liquido estratto dai ricci, facendo cuocere per pochi secondi. Condire la pasta (bavette) spolverandoci sopra un po’ di prezzemolo tritato, pepe e una strizzata di succo di limone.

ISOLE DI CAPRILE – KAPRIJE e KAKAN

Caratteristica di queste due isole è lo stretto braccio di mare che le separa, quasi a formare una grande insenatura, ben ridossata dallo scirocco ma aperta alla bora. Nell’insenatura POTKUCINA- 43°41’58’’N-15°39’95’’E- sulla sponda orientale di Kakan, sono state posate numerose boe, a pagamento, frequentate dai charter e di solito molto affollate, pertanto io preferisco la rada fra le isolette di Burnjac Veli e Mali-43°41’98’’N-15°39’95’’E- dove si può gettare l’ancora in un basso fondale sabbioso dai toni verde smeraldo.

KAPRIJE-43°41’20’’N-15°42’52’’E- Situato in una profonda insenatura il paese è quasi del tutto spopolato e costituito da seconde case abitate solo in agosto. Vi è una lunga banchina a cui ormeggiare ma io preferisco sostare nelle rade vicine.

ISOLA DI TIJAT – Isola completamente disabitata e coperta da una fitta macchia Mediterranea, vi è una profonda insenatura, Tijatica, sul lato S, dove si può ancorare fissando delle cime a terra da poppa, in giornate che non prevedano vento da SE.

ISOLA DI PRVIC

Costituisce, insieme a Zlarin, il primo baluardo di isole posto davanti al porto di Sebenico, vi si trovano due paesi Prvic e Sepurine

PRVIC –43°43’50’’N-15à47’65’’E- Nell’entrare bisogna fare attenzione agli scogli davanti all’imboccatura. Vi si trova una piccola diga alla quale ormeggiare di prua per il fondale scarso.

SEPURINE-43°44’10’’N15°47’02’’E- E’un paesino dalla caratteristica impronta veneziana con un bel campanile, la chiesa e le case addossate con viuzze che si dipanano dal porticciolo, dove ci sono 2-3 posti barca in banchina. Scarsamente abitato e per niente turistico vi si trova un piccolo negozio di alimentari, assenti, almeno fino al 2000, i ristoranti.

Per completare questa mia, seppur veloce e incompleta carrellata sull’arcipelago di Sebenico, è necessario parlare un attimo di quei porti, disposti lungo la costa, a contorno di esso

JEZERA-43°47’07’’N-15°39’25’’E- Posto in una profonda insenatura, nella costa meridionale dell’isola di Murter, ospita un marina ACI fra i più grandi, punto di partenza di charter e sede della Adriatic sail accademy, una scuola di vela crociera - regata . Vi si trova il distributore di carburante e alcuni ristoranti che però propongono piatti per i frequentatori dei campeggi circostanti e dei tedeschi che si imbarcano sui charter. Bella la passeggiata che conduce a Tijesno, il paese dell’isola dove è stato costruito il ponte che unisce Murter alla terraferma.

TRIBUNJ –43°45’39’’N-15°44’65’’E- Posto dietro l’isola di Logorum, è un bel paesino dove, fino a qualche anno fa si ormeggiava soltanto in rada, facendo estrema attenzione alle numerose secche presenti. Recentemente vi è stato costruito un marina ACI che però non ho ancora visitato.

VODICE –43°45’50’’N-15°46’65’’E- E’ la classica stazione balneare moderna con alberghi, negozi, discoteche e pedalò e pertanto da evitare se si ama la natura selvaggia. Il porto ha un accesso limitato, sulla Dx entrando, da una secca, segnalata, pericolosa soprattutto se ci si reca al distributore di carburante, posto subito dietro. Si ormeggia ai pontili del marina ACI, in genere molto frequentato e affollato. Non ho trovato nessun ristorante dove valesse la pena di mangiare mentre, al mattino, al mercato c’è un bel banco di pesce ben fornito, a prezzi modici.

Il tratto di costa posto a N e a S dell’imboccatura del porto di Sebenico è costituito da lunghe spiagge, stabilimenti balneari e secche, solo parzialmente segnalate, in particolar modo in prossimità dell’isola di Krapanj –43°40’48’’N-15°54’90’’E. E’ dunque opportuno, se si percorrono queste rotte, tenersi al largo dalla costa, controllando lo scandaglio e avendo sottomano carta nautica e portolano. A proposito di Krapanj, nella quale c’è un piccolo porticciolo dove ormeggiare c’è da dire che è un luogo dimenticato dal tempo. Assomiglia, per chi le conosce, ad alcune zone della laguna veneta, Burano (al di fuori della zona centrale), Sant’Erasmo, Pellestrina, San Piero in Volta, piccole povere case di un lindore impressionante, orticelli frammisti a capanni di attrezzi da pesca e reti stese ad asciugare, viuzze e calli, molte delle quali sterrate, dove sonnecchiano gatti e giocano torme di bambini seminudi e niente , assolutamente nulla che faccia capire che si aspettino che qualche turista capiti da quelle parti, non negozi ne bar ne ristoranti, solo un piccolo spaccio dove ti ricevono come un qualcosa di alieno, un intruso in questo microcosmo che non può, non vuole cambiare.

PRIMOSTEN –43°35’05’’N-15°55’42’’E- E’ un bellissimo paese fortificato, arroccato su un promontorio, con le case di pietra dai tetti di roccia che fanno da contorno alla chiesa, sul colmo del dosso, di dove si gode un magnifico panorama del golfo. C’è un piccolo porticciolo, ben protetto, sul cui molo ci sono alcuni ormeggi disponibili.

MARINA KREMIK –43°34’16’’N-15°56’37’’E- Circa a 2 miglia a S di Primosten, oltre la punta Kremik, situato in un profondo fiordo ben riparato in tutte le condizioni di vento e mare. Si tratta di un piccolo marina a gestione Austriaca con numerosi ormeggi destinati alle barche di passaggio (anche se una imbarcazione con bandiera Italiana e due ragazzini impazienti di sgranchire le gambe, rumorosi, assatanati, a bordo viene guardata con preoccupazione e sospetto) di dove si può raggiungere facilmente, a piedi o col pulmino del marina, il centro di Primosten. Vi trova anche il distributore di carburante.

ROGOZNICA – 43°31’80’’N-15°58’60’’E- Si tratta di una serie di profonde insenature che si ramificano all’interno della costa e molto protette in ogni condizione di tempo e mare.Fino a qualche anno fa si ormeggiava lungo la banchina antistante l’abitato, allora un piccolo paesino poco frequentato, mentre, da qualche anno è stato costruito un grandissimo marina con un’infinità di pontili e una avveniristica torre di controllo che supervisiona le manovre. Molto bella anche la zona reception e i servizi mentre il personale è un po’ troppo legato a ordini e regolamenti burocratici. Due anni fa, avevo chiesto di rifornirmi d’acqua e la risposta è stata che avrei dovuto attendere l’arrivo dell’addetto ai rifornimenti, in quel momento in pausa pranzo, il cui compito sarebbe stato quello di girare il rubinetto in quanto tubo di gomma e raccordi ce li dovevamo mettere comunque noi. E’ stato solo grazie al “sex appeal” del mio amico Valter e a una maglietta del mio circolo: la Fraglia Vela Malcesine, da lui accortamente regalata alla segretaria della reception che ci siamo evitati ore di attesa per ottenere il sospirato pieno.

venerdì 16 novembre 2007

portolano personale della croazia: incoronate


ARCIPELAGO DELLE INCORONATE - KORNATI

Dovendo parlare di navigazione a vela, l’accostamento ormeggio
serale-ristorantino può far pensare: ecco il solito velista della domenica
che non vede l’ora che venga sera per poter attaccare la barca,orribile
oggetto modereccio ma assolato e ballonzolante, a un bel pontile per
allungare le gambe sotto un solido e stabile tavolino, servito e riverito,
senza dover spignattare e rigovernare piatti , costi quel che costi.In
realtà l’arcipelago delle Incoronate (Kornati) è un parco nazionale
assoggettato a delle norme che limitano la sosta notturna a ben precisi
luoghi dove i pescatori locali hanno riattato piccole casupole in locali che
offrono ospitalità agli equipaggi di non più di 3-4 barche ciascuno.In
queste baie i pescatori hanno sistemato boe e pontili che offrono
gratuitamente aspettandosi ovviamente in cambio una visita per l’ora di cena.
L’unica alternativa è passare la notte al Marina ACI di Piskera che però,
con pontili galleggianti, marinai in divisa e gabinetti rovina alquanto la
selvaggia bellezza di queste isole, le più belle della Dalmazia,
dell’Adriatico e forse del mondo intero, dovendo comunque sostenere la spesa
dell’ormeggio che si avvicina spesso al costo della cena per due persone.
Inizierò dunque questa piccola cicumnavigazione virtuale di Kornati da Nord
e precisamente dall’isola di Katina, porta d’ingresso per quelli come me
che provengono da nord dopo aver costeggiato la sponda orientale di Dugi Otok
(Isola Grossa), ma anche per quelli che attraversano il mare da Ancona o
Pescara e devono raggiungere la dogana di Sali (Dugi Otok)per fare
l’ingresso in acque Croate, essendo stato chiuso il posto doganale di Ravni
Zakan nelle Incoronate.
Katina è una piccola isola che assomiglia a una mano aperta o a una foglia
di platano, separata da due canali larghi non più di una decina di metri da
Dugi Otok a N e Kornati a S. Il passaggio N è profondo 4-5 metri, segnalato
da boe e fanali, percorribile anche di notte, vi si trova un ristorante con
un pontile e corpi morti dove mi fermo raramente perché il fondale è scarso
e c’è un notevole moto ondoso causato da pescherecci e motoscafi che
attraversano il canale a manetta. Volendo fermarsi per la notte conviene
utilizzare una delle boe situate nella baia sulla sponda N del passaggio
facendo attenzione, se si và al ristorante col tender, alla corrente che nel
canale è molto forte, anche 5-6 nodi).
Il passaggio S è caratterizzato da uno stretto budello che si percorre
traguardando 4 merigli (grosse piramidi di sassi bianche con l’apice dipinto
di nero) posti a due a due sulla costa a monte e a valle dello stretto. Il
fondale è molto ridotto ( non supera i 2 metri) ma il paesaggio è stupendo
e, con un po’ di attenzione e pratica ,non comporta difficoltà (io ci sono
passato anche sotto spinnaker) . Subito dopo il passaggio, sull’isola di
Katina si trova il ristorante “Mare” con un bel pontile dotato di corpi
morti e, nelle ore serali, anche di corrente elettrica, concesso
gratuitamente agli ospiti del locale. Vi sono numerosi posti barca (e a
sedere) e vi si gustano delle ottime aragoste vive bollite o alla brace
anche se il conto è un po’ salato (quest’anno per una aragosta di 3 Kg e una
spigola di 1 kg abbiamo speso 1470 kune circa 200 € ); il vino è invece
molto scadente e potete, o rassegnarvi a bere acqua o fare come un membro
del mio equipaggio che, ordinata una bottiglia di minerale in più, la svuota e
la và a riempire (ripetutamente sic!) di un meraviglioso verduzzo che
ingombra perennemente gavoni e sentina della mia barca.
Proseguendo lungo la costa occidentale di Kornati, in prossimità dello
stretto fra questa e l’isoletta di Silo Veli nella baia di Sipnate troviamo
il ristorante “Galerja” così chiamato per la collezione di modelli navali
costruiti dal proprietario, esposti al suo interno.Si può ormeggiare a una
delle tre boe o(se si pesca meno di 1 metro) al pontile antistante il
locale, oppure un centinaio di metri più a nord vi è una casetta che , se
non è abitata in quel periodo, ha un pontile con un fondale di circa 2 metri di
cui poter usufruire. I padroni del locale sono piuttosto ruspanti, non
parlano che il croato e hanno poca dimestichezza con i soldi pertanto, se il conto vi
sembra spropositato, fatelo presente alla padrona perché è probabile che
abbia sbagliato le somme.
Proseguendo verso sud si imbocca il vero e proprio Kornatski Canal, uno
stretto budello tra l’isola principale e le isolette della corona, lungo una
decina di miglia e largo mai più di ½ miglio, meraviglioso da percorrere a
vela con un Maestrale gagliardo.
La prima isoletta che si incontra verso S, antistante le rovine di un
fortilizio veneziano, è Levrnaca dove, in una profonda insenatura, sono
situati due locali : il primo “Edo” sulla destra possiede un pontile con
acqua sufficientemente profonda per poter ormeggiare, offre un menù a base
di piatti poveri; zuppe, brodetti, ma molto gustosi. Il secondo,in fondo alla
baia, dispone di alcune boe e un pontile con poco fondale ed è forse il
posto migliore per gustare un’aragosta cotta a puntino.
Circa un miglio più a S, sulla costa di Kornati, incontriamo la baia di
Striznja in cui vi sono 2 locali dei quali il migliore, a mio avviso, è
”Darko” fornito di 2-3 boe e di un pontile con corpi morti al quale è
preferibile ormeggiare di prua per non toccare col timone. Il padrone,
Darko, sembra uscito dal “Vecchio e il mare” e, se non è a pesca ti accoglie
con l’immancabile sigaretta e il bicchiere di vino in mano, lo sguardo fisso
all’orizzonte alla ricerca di chissà quale arcano segno nel cielo o nel
mare. La moglie Branca è una piacente signora, madre di due splendide
figliole che, quando non sono all’Università aiutano nel locale. Darko è un
pescatore eccellente e qui ho gustato del pesce meraviglioso come un dentice
di 4 kg che ancora boccheggiava quando ci fu mostrato,quest’autunno,prima di
essere ridotto a trance, cotto alla brace e servito con biete e patate (ci è
costato 1400 kune 200 € ma ci abbiamo mangiato in 5 due giorni). In attesa
che sia pronta la cena merita compiere un’escursione a piedi lungo il
sentiero che raggiunge la cima del monte più alto dell’isola (273 m.) di
dove si gode un panorama ineguagliabile. Circa 2 miglia più a S si incontra
il paesino (5 case) di Vrulje, l’unico di Kornati, dove c’è il pontile,
dotato di corpi morti, del ristorante “Ante”. Il posto è singolare perché il
padrone ha l’abitudine, verso le 16.00 di esporre il pesce che ha pescato

(2-3 cassette) e i presenti scelgono quello che vogliono. Poiché il pesce
pregiato (orate,dentici, saraghi ecc.) è scarso e il prezzo è il medesimo
sia per un Kg di spigola che per 1 Kg di sgombri, è opportuno agire con velocità
e determinazione soffiando i pezzi pregiati ai Tedeschi che indugiano a fare
fotografie.
Proseguendo verso S, oltrepassato senza rimpianti l’imbocco al Marina ACI con
i suoi confort (dopo aver convinto moglie e figli che si può vivere per 10
giorni facendo la doccia con l’acqua di mare),incontriamo l’isola di Lavsa,
rotondeggiante con una vasta laguna centrale poco profonda da ricordare un
atollo del Pacifico. E’ questo uno dei pochi posti dove si può sostare senza
dover andare al ristorante, il fondale è fangoso e non tiene bene ma vi sono
numerosi parallelepipedi di cemento uniti fra loro da grosse catenarie alla
profondità di circa 3 metri per cui , individuato un blocco o una catena
sufficientemente liberi dai vicini, conviene tuffarsi e legare una cima
direttamente sul fondo in quanto la baia sembra un utero materno ma quando
soffia la bora (quest’estate ha toccato i 60 nodi) è meglio essere sicuri di
non arare. Sulla costa vi sono 2 localini, io personalmente vado alla”Konoba
Idra” che ha un aspetto più pulito e ordinato e cucinano dell’ottimo pesce
al forno.Proseguendo verso S si incontra l’isola di Ravni Zakan, sede del
parco e fino a 2 anni fa del posto doganale. Vi è un pontile di cemento
molto ampio e profondo dove si può ormeggiare facendo attenzione che non
siano previsti Neverini (forti temporali improvvisi di queste zone) da NE se
non si vuole passare la notte a fare i parabordi umani. C’è un ristorante
che però lavora prevalentemente con i battelli che portano i turisti dalla
costa per cui il menù è piuttosto commerciale e conviene approfittare della
cucina di bordo.
All’estremo sud di Kornati vi é la baia di Opat, vasta insenatura con
numerose boe di due ristoranti che dispongono entrambi di un pontile con
corpi morti e corrente elettrica. Fate attenzione al fondale e ormeggiate di
prua perché, nonostante i ragazzi locali incaricati di aiutare nelle manovre
di ormeggio vi dicano che ci sono sempre 3 metri, si tratta di unità di
misura particolare e sconosciuta. A me, dopo aver ormeggiato, è capitato di
tuffarmi con la maschera e vedere con orrore un grosso masso a non più di 5
cm. dal timone (che pesca circa 1,50 m). I due ristoranti “Matteo” e “Opat”
sono entrambi curati e accoglienti con prezzi nella media.
All’estremo sud dell’arcipelago di Kornati c’è l’isola di Smokvica che
presenta una profonda insenatura rivolta verso S in fondo alla quale, manco
a dirlo c’è un ristorante, la “Konoba Piccolo” molto carina e accogliente
(fatevi dare un tavolo nel giardinetto interno). L’ormeggio presenta qualche
problema perché, a parte 2 boe, vi è solo un piccolo molo poco profondo
privo di corpi morti e il fondale della baia è costituito da una lastra di
calcare, liscia come un tavolo da biliardo in cui è impossibile agguantare
alcunché. Vi è, sulla destra entrando, un piccolo pontile di una casa
privata al quale ormeggiare se gli inquilini sono assenti.
Risalendo la costa orientale di Kornati non vi sono baie o ancoraggi in cui
si possa sostare se non nell’insenatura Lupescica, all’estremo N dell’isola
dove vi è un ristorantino al quale non sono mai riuscito a fermarmi (possiede
solo 2 boe e un piccolo pontile che ho trovato sempre affollato di
motoscafi).
Per concludere alcune considerazioni.
Il periodo migliore per visitare Kornati non comprende ovviamente Luglio e
Agosto quando motoscafi e megayact rovinano irreparabilmente queste perle
della natura. Molto meglio Maggio, Giugno, Settembre e Ottobre quando non si
incontrano che orde di teutonici charteristi (che di solito disdegnano il
pesce e fanno abbassare i prezzi). I mesi invernali sono fantastici perché
si naviga in piena solitudine (non si paga l’ingresso al parco) ma bisogna
essere autosufficienti perché non si incontra anima viva.
Quando si và in questi locali bisogna dimenticare per un attimo di essere
Italiani Magnifici stile : entro-ordino-magno-pago salato e poi mi lamento
ma è meglio copiare dai Tedeschi che non si siedono prima del fatidico
”Qvanto Kosta Kvesto”.

portolano personale della croazia: sebenico il fiume krka


SEBENICO – IL FIUME KRKA

Viene il momento, nelle lunghe crociere estive, quando il sole picchia,

senza requie, dall'alba al tramonto, nel cielo terso senza nuvole, senza la

minima bava di vento, che qualcuno dell'equipaggio prospetti quanto sarebbe

bello essere in montagna, in una valle delle dolomiti, tra boschi e sorgenti

a godere della frescura di una cascata di acqua dolce ghiacciata tra i pini.

Ebbene, se vi trovate in Dalmazia, dalle parti di Sebenico, potete

soddisfare questo desiderio senza scendere dalla barca, in uno dei posti più

affascinanti e inconsueti in una navigazione a vela.

Il nostro itinerario inizia all'imboccatura del canale SVETOG

ANTE-43°43'27''N-15°50'99''E- uno stretto braccio di mare,( segnalato al suo

imbocco da un faro sulla Sx e da un forte veneziano a Dx,( simile al forte

di Sant'Andrea nella laguna di Venezia) largo non più di un centinaio di

metri, che, dopo circa 1,5 nm. sbocca in una specie di lago salato dove si

affaccia la città di Sebenico.

SEBENICO-SIBENIK-43°44'00''N-15°53'43''E-Antica città fortificata Veneziana,

abbarbicata su un colle, spicca per il bianco dei suoi monumenti marmorei

che meritano senz'altro una visita approfondita. Si può ormeggiare lungo la

banchina che costeggia il lungo mare in numerosi punti e fare rifornimento

di gasolio al distributore. Vi si trova anche un bel mercato all'aperto, ai

margini del centro storico, dove rifornirsi di pesce e verdura fresca.

Lasciata Sebenico, si prosegue verso NW, in una specie di lago costellato,

sulle sponde, di allevamenti familiari di cozze e ostriche dove ci si può

facilmente rifornire di crostacei per la cambusa, per 2,5 nm. fino a passare

sotto il grande ponte della strada statale costiera (ha una luce di almeno

25 m. e non costituisce ostacolo alla navigazione) per poi raggiungere, dopo

altre 0,7 nm un bivio, continuando a Sx si raggiunge il paese di Zaton; dopo

circa 0,5 nm.mentre verso Dx si risale il fiume Krka.

ZATON-43°47'12''N-15°49'43''E-Posto in fondo a una stretta insenatura del

fiume Krka, il paese è scarsamente turisticizzato, lontano dalla strada

principale e ignorato dalle maggior parte dei turisti nautici che proseguono

la risalita del fiume. Vi è, sulla Dx, una banchina dove ormeggiare, facendo

attenzione al fondale, che non supera i 2,5 m.Lungo la baia c'è una bella

passeggiata su una stradina nel verde che costeggia la baia, ideale per

sgranchire le gambe dopo molte ore di navigazione. In fondo alla baia, sul

molo, c'è il ristorante "Porat" dove si può fare una sosta per una cena a

base di crostacei e grigliate di scarpene e San Pieri.

Proseguendo invece la risalita del fiume dal bivio verso N, si imbocca uno

stretto fiordo, quasi un orrido fra due pareti di roccia scavate nel calcare

dal fiume e, dopo circa 1,2 nm., si entra nel Prokljansko jezero, un lago

profondo dai 5 ai 20 m., lungo circa 3 nm. X 1,5 nm., ben esposto al

Maestrale e allo Scirocco, che sarebbe un campo ideale per regate di derive.

Nel traversare il lago bisogna dirigere al promontorio posto a

43°48'45''N-15°52'96''E e non lasciarsi ingannare dalla insenatura che porta

al paese di Vrulje, affacciato sul lago, dove ci sono fondali molto bassi.

Qui il fiume si restrige e assume un aspetto quasi montano, con le sponde

erbose, canneti e boschi di pini, fino a raggiungere, dopo 2 nm. il paese di

Scardona-Skradin.

SCARDONA-SKRADIN-43°49'01''N-15°55'47''E-Quando appare, dopo un ultima ansa

del fiume, sembra proprio un paesino di montagna austriaco, con le case di

pietra e il campanile a cipolla, i prati verdi e gli orti con i filari di

patate, le piante di fagioli e gli alberi di mele, pere e prugne. Si

ormeggia al Marina ACI, dotato di pontili galleggianti, o a 2-3 posti liberi

sul molo (ma ti guardano male), il paese è affascinante, raccolto sul

lungofiume, ombreggiato da grandi piante di gelso, dove approdano le

barchette dei pescatori che ti vendono indifferentemente delle seppie o dei

gamberi come una trota o un luccio. Qui, fino a un paio di anni fa, c'era la

cantina di Mate, un vecchio segnato dal tempo che, in un antro tra botti e

cianfrusaglie, vendeva il suo vino, con prosciutto, pane fatto in casa

strofinato con aglio fresco, appena raccolto nell'orto, e nel frattempo ti

raccontava della guerra, dei serbi arroccati sul monte sopra il paese, delle

migliaia di granate cadute e dei tetti delle case completamente distrutti,

del cimitero con le tombe sventrate dalle bombe e dei serbi che abitavano in

paese scacciati, del loro quartiere distrutto, della chiesa ortodossa

bruciata e di quanto fosse bello abitare là prima, quando tutti vivevano in

pace. Ora Mate non c'è più, l'ultima volta che ci sono stato, due anni fà

siamo andati, come sempre, sotto la sua casa e ci siamo messi a urlare per

chiamarlo, per farlo scendere e aprire la cantina. Si è affacciata una

vecchia e ci ha detto "Mate non c'è, è in ospedale, con un cancro!". Dopo

di allora non sono più ritornato a Skradin ma sono sicuro che il posto non è

più lo stesso.Lungo la stradina che, dal molo porta alla chiesa, c'è il

ristorante "Slatne Skolike"dove si possono mangiare degli ottimi crostacei e

delle magnifiche grigliate di pesce.

Il motivo principale per cui la gente viene solitamente a Skradin è per

visitare il Parco Nazionale delle cascate della Krka, posto poco più a monte

lungo il fiume, a circa 3 Km., è raggiungibile con un battello che parte dal

paese o (cosa che consiglio vivamente) a piedi lungo un sentiero che

costeggia la sponda. Per visitare il parco si paga un biglietto d'ingresso e

ci si può addentrare in una miriade di sentieri che si inerpicano nel bosco

fra le decine di cascate e laghetti punteggiati di trote e temoli e salti

d'acqua che costituiscono il complesso. Da non perdere la visita all'antico

mulino ad acqua, funzionante, dove una guida dimostra in che modo veniva

macinato il grano e come venivano lavati i panni in una lavatrice ad acqua.

A monte delle cascate, il fiume forma una specie di lago con canneti e

salici che spuntano dall'acqua in una specie di "Florida nostrana", di dove

partono i battelli che risalgono il fiume, lungo una valle disabitata e

selvaggia ricca di uccelli palustri,per raggiungere il monastero francescano

di Visovac, un oasi di pace in un isoletta in mezzo al fiume, fino alle

cascate di Roski Slap, dove termina il corso navigabile del fiume e dove si

può fare uno spuntino, in un vecchio mulino, con vino, formaggio di capra e

pane e fette di lardo e prosciutto.