sabato 17 novembre 2007

portolano personale della croazia: vis - lissa


VIS – LISSA

"DEGHE DENTRO FIOI !"
Queste furono, pare, le parole con le quali l'Ammiraglio Teghetoff , dal
cognome esotico ma triestino di nascita e di cultura, comandante della
flotta Austriaca durante la III°guerra d'indipendenza, incitò i suoi
uomini, quasi tutti triestini, veneti e dalmati, nella battaglia che li
oppose alla neonata Marina Italiana comandata dall'Ammiraglio Persano. Lo
scontro, che come ricorderete fu vinto dagli Austriaci i quali, pur
disponendo di navi antiquate, ancora di legno, in confronto alle moderne
navi in ferro Italiane riuscirono a metterli in fuga, (per questa ragione
l'Ammiraglio Persano fu sottoposto alla corte marziale e espulso dalla Marina

con disonore) avvenne nelle acque dell'isola di Lissa e ricordo che allorquando,

studente liceale alquanto svogliato ma già appassionato di vela, affrontai

l'argomento e guardai sull'atlante dove si trovasse, rimasi subito affascinato da

questa piccola isola così remota, quasi messa in disparte dalle consorelle.
Lontana rimase anche più avanti, quando cominciai ad esplorare in barca quei
luoghi meravigliosi, compariva provenendo da N, nella giornate terse di
Bora, dopo aver superato l'isola di Zirje, un parallelepipedo di calcare, un
miraggio azzurrino in mezzo al mare, remota a sud, irraggiungibile in quanto
base militare della Marina Jugoslava e dunque interdetta alla navigazione.
Ricordo un incontro, in quegli anni, con lo skipper di una barca che si era
ormeggiata accanto alla mia nel porto di Starigrad, nell'isola di Kwar,
Lesina. Proveniva dall'Italia ed era incappato, durante la traversata, in
una burrasca che aveva prodotto dei danni alla barca per cui era riparato
nel porto di Vis. Raccontò di essere stato subito intercettato da una
motovedetta, condotto ad ancorarsi in mezzo alla rada, e qui tenuto per
alcuni giorni agli arresti "domiciliari" in attesa del processo nel quale fu
condannato a pagare un'ammenda e severamente ammonito a non riprovarci. In
seguito, con l'avvento della Croazia, anche quest'isola venne aperta al
turismo e io non attesi molto a farci una visita. Avvicinandosi da N, magari
sotto un gagliardo Maestrale, l'isola appare proprio come un grosso baluardo, un
"San Pietrino" sul mare, con coste alte, prive di approdi e dirupi a picco su
un mare profondo oltre 50 m. a pochi metri della costa. La prima baia che si
incontra è quella di Rogacica -43°04'62''N-16°11'02''E- Vi si entra
prestando attenzione agli scogli Krava e Volici, a un centinaio di m. dalla
costa. E' un buon approdo quando non soffia vento da E., con un fondale di
fango,alghe e conchiglie che risale abbastanza rapidamente dai 20 m. del
centro della baia e vi è una di quelle gallerie bunker per sommergibili,
abbandonata e visitabile. Proseguendo verso E, superata l'isoletta di Host
dove c'è un fanale, si entra nella grande baia di Vis.
- VIS - 43°03'N-16°11'E- IL paese è molto antico, vi sono resti di una
colonia della Magna Grecia, ruderi romani ai quali si affiancano i segni
della dominazione veneziana, il forte edificato da Napoleone Bonaparte e
successivamente utilizzato dagli Inglesi che si installarono sull'isola dopo
Waterloo, lasciando una forte impronta all'abitato ( sembra di percorrere le
stradine di Malta o Gibilterra). Entrati nella grande baia, in fondo sulla
Dx, si scorge il promontorio di Prirovo sul quale sorge la chiesa di un
antico convento francescano. Oltre il promontorio c'è una baietta col distributore
di carburante e il molo dei battelli di linea, contornato da un rigoglioso palmeto

quasi africano.
Proseguendo verso E c'è una banchina, fornita di corpi morti, acqua e corrente,

alla quale si può ormeggiare a pagamento.
L'ormeggio non è molto protetto, sopratutto dallo Scirocco, pertanto è
preferibile prendere sempre 2 corpi morti e, in caso di maltempo, spostarsi
all'ancora nella baia a ridosso del promontorio Prirovo. Nella via lungomare
si trova l'ufficio postale, la banca, negozi di alimentari e una pescheria
solitamente poca fornita (si trovano solo pesci di pezzatura e varietà
scadenti). La passeggiata prosegue lungo il mare per un paio di Km. fino a
raggiungere l'abitato di Kut, dall'impronta marcatamente veneziana con una
banchina dotata anch'essa di corpi morti utilizzati, per la quasi totalità,
dalle barche dei pescatori locali. Ci sono numerosi ristoranti in alcuni dei
quali si mangia bene anche se manca quell'atmosfera selvaggia dei localini
dei pescatori delle isole minori. Io solitamente vado al ristorante "A.S.",
situato in una stradina nei pressi della banchina d'ormeggio. Vi si possono
mangiare, con prezzi nella media, delle ottime grigliate di pesce,
sopratutto scorfani che qui aprono a metà, lungo la pancia, e cucinano
direttamente sulla brace, aromatizzandoli con erbe dell'isola. Se si è
fortunati, e il padrone è in vena, in attesa che si cucini il pesce, ti
porta dei pesciolini fritti (marsioni li chiamiamo a Venezia) che, pur
essendo un piatto povero, per me sono una squisitezza.Nel paesino di Kut
si trova il ristorante "Lambik", all'interno di un porticato di una vecchia
caserma franco-inglese, dove, oltre al pesce, si possono trovare degli
ottimi crostacei, scampi, aragoste, alla griglia o alla buzara.
Proseguendo lungo la costa verso E si incontrano 2 baiette adatte ad un
ancoraggio diurno per un bagno e, al vertice NE dell'isola, dominata dal
faro che si erge sul promontorio, la baia Stoncica, profonda e ben riparata,
adatta a un ormeggio notturno. In fondo alla baia, raggiungibile col
canotto, c'è un piccolo ristorante al quale però non mi sono mai fermato.
Nel costeggiare la costa orientale dell'isola, imbocchiamo uno stretto
canale fra la costa e una serie di isolotti, Greben, Budocova e Ravnic,
perfettamente navigabile, di giorno, prestando attenzione ad alcuni scogli
affioranti, e ricco di luoghi adatti a una sosta, a un bagno, a una immersione.

Nei pressi si trova la baia di RUDA-43°01’20’’N-16°12’20’’E-

con “acqua caraibica”,fondale buon tenitore, 2 trattorie un piccolo negozio e

un molo dove, due volte al giorno, alle 11,00 e alle 16,00 arrivano le barche

dei pescatori dai quali acquistare pesce freschissimo. La costa meridionale si

estende in maniera rettilinea e uniforme fino a imboccare, superato il

promontorio di Stupisce, il grande golfo di Komiza.
- KOMIZA - 43°02'63''N-16°05’15’’E- Il porto, ben riparato dallo scirocco, è costituito
da una diga foranea sulla quale ci sono alcuni corpi morti, a pagamento,
forniti di acqua e corrente. Il paese conserva un'impronta spiccatamente
veneta con le sue calli abbarbicate al torrione fortificato che domina il
porto. Vi si trovano: la posta, la banca, alcuni negozi e ristoranti anche
se questo è forse il miglior posto della zona per acquistare del pesce o
delle aragoste, da cucinare in barca, dalle piccole barche di pescatori
ormeggiate in porto. Sulla Sx della baia c’è un locale, con i tavolini affacciati

direttamente sul mare, dove c’è una bella vasca piena di aragoste sebbene

cucinino molto bene anche il pesce.
- BISEVO -42°59'16''N-16°01'02''E- Nel visitare Vis e, in particolar modo
Komiza, non si può evitare di fare una puntatina all'isola di Bisevo, una
piccola isola ormai quasi disabitata, con un piccolo porto, poco adatto a
permanenze prolungate con mutamenti metereologici, per visitare, nella baia
di Balun, la Grotta Azzurra.
Posta all'interno di un promontorio roccioso, a dirupo sul mare, può essere
visitata solo a nuoto o col gommone, a condizione di lasciare qualcuno in
barca essendo impossibile, per la profondità del mare, gettare l'ancora nei
pressi. Il momento migliore per la visita è intorno a mezzogiorno, in una
bella giornata, quando il sole penetra dalle fenditure conferendo alla
grotta delle sfumature azzurrine.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tegethoff xe nato a Maribor (Marburgo ai tempi) e ga studià al nautico de venessia ..... da lì il dialetti filoveneziano