sabato 17 novembre 2007

portolano personale della croazia: da punta movar a spalato


DA PUNTA MOVAR A SPALATO

Superata la baia di Rogonica, nel golfo di Sebenico, proseguendo verso SE, si incontra l’isolotto di Smovica, coperto di vegetazione, che ospitava una base militare, ora abbandonata, al cui molo si può ormeggiare. L’isola è separata da un breve braccio di mare dal promontorio di PUNTA MOVAR –43°30’40’’N-15°56’94’’E. E’ questo, dal punto di vista meteorologico, un punto chiave della Dalmazia perché, in caso della presenza, situazione molto frequente, di un’alta pressione sull’Europa centrale e di una depressione sul Mediterraneo, a N di questo capo soffia vento di bora, sostenuto e freddo, mentre a S di Punta Movar il vento proviene da ESE ed è molto più temperato. Questo appare evidente nel tipo di vegetazione della costa, macchia Mediterranea simile a quella Ligure, Toscana o della Corsica a N, mentre a S compaiono essenze più meridionali, palme, carrubi e agrumi, aranci e limoni, che crescono, floridi, senza bisogno di protezioni invernali. E’ quindi frequente, navigando da queste parti, assistere a questo repentino salto di vento e lambiccarsi il cervello nel chiedersi che cosa possa mai significare per l’evoluzione delle condizioni meteo. La costa, fino al Drvenicki Canal, che la separa dall’isola di Drvenik Veli è frastagliata e ricca di insenature in molte delle quali non è facile ancorarsi perché il fondale sprofonda rapidamente fino oltre i 50 m.

DRVENIK VELI –43°27’01’’N-16°08’53’’E- Il paese si trova in fondo a una profonda insenatura, si può ormeggiare al pontile, sulla Sx entrando, dotato di acqua e corrente, a pagamento, o a un paio di piccoli moli più interni. Il paese è raccolto e carino, con una chiesa dall’architettura inconsueta rispetto alla zona, vi si trova un negozio di alimentari e la posta. Dal centro si dipanano alcuni sentieri che portano al lato orientale dell’isola o a una chiesetta, in cima a un colle, sul lato occidentale. Ci sono due ristoranti, in posizione sopraelevata, sul pendio che sovrasta il porticciolo. Io ho mangiato al ristorante “Vila Eleonora”, che dà l’impressione di maggiore pulizia e ha dei tavoli su una terrazza che domina la baia, il pesce non è ai livelli dei localini gestiti dai pescatori, sulle isole più remote, ma si lascia mangiare.

Proseguendo verso E si arriva uno stretto, il Trogirski Zaliv, il cui accesso è caratterizzato dalla presenza di scogli , peraltro ben segnalati, che dà accesso al golfo di Marina sulla Sx, di Trogir sulla Dx.

MARINA –43°30’82’’N-16°07’05’’E- E’ una profonda insenatura , nella parte occidentale del golfo di Trogir, orientata da E a W e quindi aperta alla bora che qui si insinua in maniera violenta e allo scirocco che, seppur forte, non solleva onde. Nel paese, dominato da una torre fortificata Veneziana, ora trasformata in hotel, c’è un piccolo porto il cui molo ha poco fondale (meno di 2 m.)

Preferibile ormeggiare al AGANA MARINA, nella parte occidentale del golfo, dove ci sono diversi ormeggi forniti di acqua e corrente.

TRAU – TROGIR – 43°30’88’N-16°15’05’’E- Protetta dall’isola di Bua - Ciovo, ormai trasformata in penisola dalla presenza di un ponte, rappresenta uno dei più belli e meglio conservati esempi di città fortificata Veneziana del “Golfo”, come la Serenissima chiamava il mare Adriatico considerandolo un suo dominio esclusivo. Questa particolare posizione geografica spiega anche il motivo del suo grande sviluppo in quei tempi, insieme ad altre città come Arbe – Rab, Lesina – Kvar o Curzola, quando si navigava con le “galere”, navi con propulsione mista remi - vela, dalle scarse capacità boliniere, per le quali il porto ideale aveva due imboccature, disposte secondo i venti dominanti, mentre ebbero scarso successo e sviluppo località poste in fondo a golfi profondi e riparati come Lussin Piccolo, che, a noi che possiamo accendere il motore nella “piatta” sembrano eccezionali, ma dovendoli percorrere a remi richiedevano una fatica aggiuntiva considerevole. La città vecchia è dominata dai resti di una fortezza, che chiude il molo di dove si dipana in una miriade di calli e viuzze molto strette (e invero molto sporche e piene di gatti randagi e colombi) che arrivano alla piazzetta della cattedrale di San Lorenzo, col suo splendido campanile arabescato tanto da sembrare un minareto e dove aleggiano suoni, colori e odori di Venezia. Il panorama del porto è un po’ rovinato dalla presenza del bacino di un grosso cantiere navale e dal frastuono degli aerei di linea che passano a pochi metri d’altezza per atterrare nel vicino aeroporto di Spalato. Si può ormeggiare alla banchina della città vecchia, all’Inglese, cercando di non ostacolare gli ormeggi dei battelli delle gite, i cui equipaggi sono piuttosto irascibili, o sul lato opposto del canale, ai pontili del marina ACI, sull’isola di Bua - Ciovo, dove si trova anche il distributore di carburante.

ISOLA DI SOLTA – E’ la prima delle grandi isole antistanti Spalato che si incontra provenendo da N., lunga circa una decina di miglia, è orientata da NW a SE, formando, insieme all’isola di Brazza – Brac una sorta di barriera che separa, quasi a formare un lago, il tratto di mare antistante Spalato dal mare aperto.

MASLINICA –43°23’76’’N-16°12’75’’E- Situato nella costa occidentale dell’isola di Solta, in uno stretto braccio di mare che la separa dall’isola di Drvenik Veli, costellato di isolotti e scogli per cui, nel navigare in queste acque, bisogna tenere sotto mano carta nautica e portolano ed evitare di entrare in porto, provenendo da N, attraverso i passaggi fra l’isolotto di Polebrnjak e quello di Saskinja e fra questo e Solta, con fondali inferiori ai 3 m. Il paesino è in fondo a un’insenatura profonda e abbastanza riparata, seppure il maestrale, che in queste zone costituisce il vento termico pomeridiano dominante nei periodi di tempo stabile e alta pressione, vi crei una fastidiosa maretta, che scompare al tramonto. Si può ormeggiare, alla banchina S del porto, sulla Dx entrando, davanti ai resti di una fortificazione medievale, dotata di corpi morti, a pagamento, e energia elettrica, mentre la banchina N è riservata ai battelli di linea.

Proseguendo lungo la costa meridionale dell’isola di Solta in direzione SE, si costeggia una zona disabitata, con alcune piccole baie adatte a una sosta per il bagno, fino alla profonda insenatura di TATINJA –43°22’34’’N-16°17’04’’E- abbastanza riparata per una sosta notturna all’ancora, è disabitata e dà un senso di selvaggia bellezza. Bisogna prestare attenzione, nell’accedervi, ad alcuni scogli, ben segnalati su carta nautica e portolano.

Altre tre insenature profonde si trovano all’estremo SE dell’isola, in prossimità dello Splitska Vrata, il passaggio che separa Solta dall’isola di Brazza, e che dà accesso alle navi dirette al porto di Spalato. Si tratta delle baie di STRACINSKA –43°20’17’’N-16°21’85’’E , UVALA VELA TRAVNA 43°19’97’’N-16°22’53’’E e LIVKA –43°19’99’N-16°23’36’’E- tutte aperte verso S e quindi utilizzabili per una sosta prolungata qualora non vi siano indicazioni di arrivo dello scirocco.

Costeggiando la sponda settentrionale di Solta il primo porto che si incontra, provenendo da N, è quello di Rogac.

ROGAC-43°23’43’’N-16°18’04’’E- Profonda insenatura biforcuta, ben protetta da tutti i venti, dove si può ormeggiare in rada o in uno dei moli posti oltre la banchina usata dal battello di linea, vi si trova anche un distributore di carburante che però osserva un orario ridotto in bassa stagione.

Circa 1 miglio più a SE si incontra l’imboccatura del golfo di NECUJAM-43°23’08’’N-16°19’43’’E- dove, nell’insenatura Supetar, c’è un pontile attrezzato con corpi morti e corrente e una banchina nella parte SW.

Proseguendo per altre 2 miglia si incontra il paesino di STOMORSKA-43°22’36’’N-16°21’08’’E- con piccolo molo al quale è possibile ormeggiare.

Se si prosegue da Trogir lungo la costa, è necessario eseguire la circumnavigazione dell’isola di Ciovo, essendo il ponte, un tempo girevole, immobilizzato da anni.

Il versante meridionale di Ciovo è caratterizzato da alcune baiette e insenature estremamente pittoresche e interessanti per effettuare una sosta quando si transita da queste parti. Il vertice estremo orientale dell’isola di Ciovo è costituito dalla PUNTA CIOVA –43°29’36’’N-16°23’51’’E- separata da uno stretto braccio di mare dalla PUNTA MARJAN – 43°30’46’’N-16°23’24’’E-, situata sulla costa di Spalato. Attraverso questo varco si accede al GOLFO di KASTEL – KASTELANSKI ZALIV – una grande insenatura, lunga circa 8 miglia, che và dalla città di Trogir, a E del ponte, fino alla periferia settentrionale di Spalato,molto degradata, dal punto di vista ambientale, dalla pista dell’aeroporto internazionale, da fabbriche, raffinerie e dalle banchine del porto commerciale di Spalato. Nei pressi della città-43°30’90’’N-16°25’16’’E-, accanto allo stadio di calcio, vi sono alcuni piccoli marina e pontili di circoli velici, dove si può ormeggiare ma che sono abbastanza scomodi, lontani dal centro storico e dal mare, e quindi da prendere in considerazione nel caso di soste molto prolungate della barca.

SPALATO – 43°30’11’’N-16°26’02’’E- Il porto cittadino, piuttosto ampio, si affaccia direttamente sul centro storico. Entrando, sulla dx, ci sono le banchine riservate alle navi di linea e ai traghetti, seguite da un tratto di molo dove ormeggiano i battelli più piccoli delle gite. Vi sono alcuni posti a disposizione delle barche da diporto nel molo antistante l’edificio della Capitaneria, ma è senz’altro più semplice e pratico ormeggiare ai pontili del marina ACI, che occupa il lato sx del porto. Il marina, dotato di pontili galleggianti con acqua e corrente, di gru e officina meccanica e, nelle vicinanze, di negozi di articoli nautici per eventuali acquisti di attrezzature e ricambi, consente anche di lasciare la barca per periodi prolungati, con contratti d’ormeggio mensile a prezzi accettabili, e di rientrare in Italia con i traghetti per Ancona, Bari, Venezia, Fiume o con voli per Roma o Milano.

Il centro storico di Spalato è senz’altro, dal punto di vista architettonico, uno dei più interessanti del mondo, l’unico dove vengano ancora utilizzati al fine abitativo e commerciale edifici costruiti 2000 anni fa. Il nucleo della città è infatti costituito dal palazzo di Diocleziano, imperatore romano che qui si stabilì, nell’ultima parte della sua vita,intorno al 200 d.c., in una residenza fortificata con palazzi, templi e colonnati che sono stati adattati alla vita e agli affari degli abitanti, nei secoli successivi, per cui si assiste all’inconsueto spettacolo di vedere panni stesi fra due colonne, mentre si gusta un gelato seduti al tavolino di un bar ricavato nel Peristilio o si cena in un ristorante la cui sala è un sotterraneo del palazzo mentre la cattedrale, a pianta rotonda, è stata ricavata dal Mausoleo di Diocleziano. Un’altra peculiarità della città, non meno interessante, è rappresentata dal gran numero di ragazze e giovani donne che, la sera, affollano il lungo mare e la passeggiata alberata, tutte alte, slanciate e leggiadre e con gambe lunghissime tanto che sembra di essere a un torneo di squadre femminili di basket. Il mio amico Valter, che, pur non essendo un etnologo, di femori ginoidi è un grande estimatore, ha elaborato una teoria secondo la quale, in Dalmazia, la lunghezza di questo osso lungo della gamba, nelle femmine della specie homo sapiens sapiens, cresce, partendo da Fiume, di 5 cm. ogni 50 miglia fino a Spalato, superata la quale decresce rapidamente verso Dubrovnic. In attesa di ulteriori verifiche e conferme scientifiche a questa importante teoria, consiglio comunque, agli studiosi maschili interessati, una passeggiata vespertina per il lungomare di Spalato. Un’altra importante attrattiva della città è rappresentata dal mercato che si svolge, di prima mattina, all’aperto, nei viali e nei giardini all’esterno del palazzo di Diocleziano. Vi si trova frutta , pesce, carni secche e affumicate e formaggi caserecci di ogni sorta oltre a oggetti e manufatti delle zone circostanti, punto d’incontro di popoli con tradizioni e culture differenti. Sotto l’aspetto gastronomico la città, viste le sue dimensioni, è insolitamente povera di ristoranti ai quali valga la pena di fermarsi. Io ne consiglio due: “Sarajevo” all’interno della città vecchia, in un grande scantinato con architravi romane e arredato con gusto balcanico, dove si mangia soprattutto carne, spiedini e filetti superbi, oltre a qualche particolarità come rane o lumache o zuppa di interiora d’agnello. Nella zona del mercato, oltrepassato il centro storico, c’è il ristorante “Kod Joze”(tel. 021-347397) dove preparano ottimi piatti di pesce, crostacei, zuppe e grigliate a prezzi accettabili.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

eilà copione, non sarebbe male citare la fonte da cui hai tratto tutte queste informazioni?

e poi correggi il titolo con PORTOLANO PERSONALE DI QUALCUN'ALTRO CHE IO HO COPIATO E QUI RIPORTO!!

CIAO
avvisodiburrasca

Anonimo ha detto...

il buon Giorgio potrebbe vivere di rendita con tutte le copie del Giorgiolano che si trovano in rete.....