La crociera 2003 si svolse tranquillamente su un sunodyssey37 nuovo nuovo, preso in locazione a pola in pieno agosto, equipaggio giovane e molto spensierato, ci divertimmo molto.
Dopo due settimane di vagabondaggio per le isole dalmate ci trovammo l’ultimo giovedì di ferie all’isola di ilovik, pronti per attraversare il quarnaro in direzione nord per raggiungere pola, ove avremmo restituito la barca.
Lasciata la barca ormeggiata ad una boa del canale che divide ilovik da san pedar, posto estremamente riparato, sbarcammo con il tender per un’ultima pantagruelica cena a base di pesce, presso un ristoratore di nostra conoscenza.
La serata era tranquilla soffiava solo un libeccino appena un po piu fresco del solito.
Durante la cena il ristoratore che si chiamava con un nome italianissimo, davide, si informò della nostra gita per le isole piu a sud, e quale era il programma prossimo, rispondemmo che haimè la vacanza era terminata e che l’indomani saremmo tornati a pola; “fiolo non ti gà sentio le previsioni stamane? Mi rispose; effettivamente in quel momento mi venne in mente che avevo completamente dimenticato di ascoltare i bollettini trasmessi per vhf già da due giorni, non male per uno skipper che stava facendo esperienza. Ci ragguardò subito.
Domani c’è lo yugo, e molto forte anche, e meglio che restiate qui per qualche giorno poi si vedrà. Risposi che non era possibile, dovevamo restituire la barca al sabato mattina, gli chiesi di piu sul tempo e che accorgimenti tenere, rispose:” senti comincia gia a montare adesso, il momento peggiore sarà domani verso il primo pomeriggio, se proprio dovete, partite piu presto che potete, le 4 o al massimo le 5, alle prime luci dell’alba sarà piu calmo”.
Lo yugo (non lo avevo mai incontrato fino ad allora) è un vento contrario alla bora, proviene da sud-sud-ovest e risale tutto l’adriatico con un fecht lungo sull’acqua, un vento gagliardo quanto la bora e alza un mare relativamente lungo, al contrario della bora che lo fa ribollire.
Ritornammo in barca con il tender non senza difficoltà, già si ballava un pochino, puntammo la sveglia per le 5 e ci addormentammo.
L’indomani verso le 6 partimmo, stimai il vento sui 10-12 nodi, da sud, a favore quasi in poppa piena, alzammo tutto il genoa e filammo verso le isole srakane e susak a circa 6-7 nodi di velocità.
Doppiata susak in pieno quarnaro, non più ridossati dalle isole il vento aumentò, riducemmo il genoa (la randa era ammainata) a circa la metà. Il mare era di poppa con lunghi cavalloni e uno su due rompevano in una bianca spuma rombante, da quel momento iniziò una esaltante cavalcata con innumerevoli surfate.
Bene facendo quattro calcoli; l’anemometro segnava dai 20 nodi fino a 25 andando in poppa piena facevamo dai 10 ai 15 nodi, calcolando il vento apparente penso con sufficiente precisione che il vento reale andasse dai 30 ai 35 nodi, una cosa era sicura non scendevamo mai sotto i 10 nodi di velocità, niente di drammatico a parte un po di mal di mare che colpì alcuni di noi che trascorsero tutto il tempo sdraiati nelle cuccette.
Fu una esaltante veleggiata arrivammo a pola alle 13,00 un record.
Le considerazioni che ne ho potuto trarre è che con vento e mare del genere in andatura di poppa, istintivamente più la barca era veloce più mi sentivo sicuro, rollava forte ma rimaneva su un binario, stabile, e estremamente controllabile al timone, anche se mi intimoriva un po’ la vibrazione della chiglia che faceva tremare il pavimento del pozzetto in alcuni momenti; le onde anche se impressionavano un pò e frangendo ogni tanto ci raggiungevano a poppa, andavano non molto più veloci della barca, infatti la barca rimaneva per lunghi secondi sulla sommità, surfando con l’onda e in quel momento raggiungeva il massimo della velocità. Certo che se avessimo dovuto risalire quel vento e mare non sarebbe stato possibile. All’altezza del faro di porer avvistammo un grosso caicco (circa 30 metri) che a secco di vele e a motore ci tentava, dopo un’oretta ci rinunciò e torno verso pola.
B’he non fu certo una esperienza straordinaria, però fece soffrire parte dell’equipaggio, al massimo ci sarebbe scappata qualche contusione scivolando in una rollata.
Come evitarlo? Ho letto da qualche parte che statisticamente le barche che più si mettono nei guai è per un fattore tempo. Niente di più vero!! Il dover consegnare la barca oppure essere in un determinato posto a una certa data contribuisce enormemente. È bene tenere sempre un giorno di riserva nel programma di una crociera